Mondragone. L’ultima immagine di Ferdinando Longobardi è quella di un ragazzo che scende, in pantofole e dopo cena, all’improvviso. I killer del 30enne mondragonese sono andati fin sotto casa nel rione San Nicola: hanno agito in due. Almeno uno della coppia (forse entrambi) conosceva benissimo Longobardi al punto di potersi presentare a casa, come confermato anche dall’Ansa, verso le 21.30 e sapere che lui avrebbe aperto o comunque sarebbe andato giù per incontrarlo.
Resta da capire se chi ha citofonato è la stessa persona fuggita col killer, come appare più probabile, o un terzo utilizzato come esca. “Scendi, ti devo parlare” gli dice. E Longobardi lo fa. Non sapendo di andare incontro alla morte, ma consapevole che qualcosa rischiava se è vero, come qualche testimone ha riferito alle forze dell’ordine che sul luogo del delitto c’era anche un coltello, forse un estremo tentativo di difesa del giovane che, quando si è visto in trappola, ha provato a scappare in ciabatte e bermuda. Inutilmente.
Il killer ha premuto il grilletto almeno tre volte: due colpi hanno raggiunto il giovane all’addome e al petto, uccidendolo in pratica all’istante. Longobardi è caduto sull’asfalto, mentre gli assassini scappavano dal luogo dell’agguato. Pochi istanti e un passante dà l’allarme: “C’è un ragazzo a terra con un coltello”. Non tutti comprendono immediatamente cosa sia accaduto, poi la verità emerge nella sua crudeltà. Quella di un giovane ucciso sotto casa: Longobardi aveva scontato 6 anni (condannato a 12 per reati di droga) e aveva pagato il suo debito con la giustizia. Forse non quello con una mala locale, sempre più feroce.