LETTERA APERTA ALLA SINDACA DI CELLOLE
Caro sindaco Cristina Compasso,
sono un turista per caso a Baia Domizia e per la prima volta vi ho passato insieme alla mia famiglia luglio e agosto.
Non le nascondo che, secondo quanto ha dichiarato ultimamente, sbandierando, a giusta ragione, il lusinghiero riconoscimento del mare pulito, il litorale incantevole e a suggellare lo stato di grazia, gli stabilimenti balneari attrezzati e accoglienti, ebbene è vero e il tutto è stato confermato dalla goletta verde per l’attribuzione della bandiera blu e dall’agenzia regionale per l’ambiente, ARPAC che ne ha consacrato la bontà.
Poi, quando passa la sbornia marina e si va al di là del mare, il terzo mondo avanzato tradisce quanto di buono c’è al di là della strada. Non credo che si meravigli se le comunico che a Baia Domizia non c’è una guardia medica e che per vederne “la sagoma” bisogna traversare fino a Sessa Aurunca; che c’è una sola farmacia in tutto il territorio che nei periodi di massima affluenza, dove affluiscono decine di migliaia di turisti, ci si deve avventurare in file con attesa anche di un’ora per acquistare un farmaco; che in due mesi non ho mai visto un vigile urbano, di conseguenza l’anarchia è la normalità, ognuno, sia in strada che davanti ai negozi si fa le regole ad personam, anzi, nessuna regola vige.
Naturalmente, laddove non arriva il rispetto e la civiltà, ci dovrebbero arrivare gli organi preposti e provvedere ad insegnare loro il modo di vivere. Sulle spiagge poi, che lei ha giustamente decantate, ogni stabilimento rispetta le leggi, gli spazi e le distanze, e se dovesse infrangerne qualcuna, i controlli e le sanzioni sono a portata di mano, mentre i selvaggi delle spiagge libere, quando approdano a frotte fanno da padroni delle aree a loro destinate riversandosi oltre la battigia con qualsiasi attrezzo, quasi a lambire l’acqua del mare diventando ostacolo e sconcio per chi vuole passeggiare o solo passare. Ma logicamente se non vi sono controlli, lo scempio è fisso e continuativo.
Dicevo che ognuno si amministra da solo e nessuno rispetta nessuno, gli schiamazzi e i rumori non hanno orario. A tutte le ore oltre la mezzanotte, senti fuochi d’artificio che brillano come bombe nel silenzio della notte e non ne parliamo di quei lidi che organizzano serate musicali senza preoccuparsi di quanti decibel gli strumenti sonori emettono, ovviamente ad alto potenziale di offesa, vanificando anche la speranza che prima o poi possa finire il calvario.
Ultimamente abbiamo “sofferto con loro” una notte fino alle cinque del mattino e altre tre volte alle quattro e tu, tu che non puoi e non vuoi adeguarti alle abitudini autolesionistiche dei giovani, sei costretto a sorbirti la maleducazione e l’arroganza di chi non riconosce il diritto degli altri. Anche il semplice lavoratore stagionale che viene ingaggiato per lavori di disboscamento, mette in moto il tagliaerba quando lo ritiene comodo, es: alle 07,30, o alle 08.00 o durante il silenzio pomeridiano, attenzione, anche il proprietario qualsiasi di abitazione, non fa diversamente.
Dunque due mondi si contrappongono col risultato che una “perla del tirreno”, come lei ha definito Baia Domizia, possa trasformarsi nel giro di poche centinaia di metri, in una “sberla del tirreno”. La mia è stata la prima esperienza e a dir il vero, vorrei ritornarci, ma a queste condizioni mi lascia un po’ indeciso e se sarò testardo a rispettare questa mia aspirazione, ebbene ci ritornerò lo stesso con la consapevolezza di quanto troverò, oppure, sapendo che la speranza è ultima a morire, e fidando nel suo più concreto interessamento a sostegno di quanto lamentato, spero in qualche cambiamento. Buona continuazione Sindaca!
Raffaele Pianese da Mugnano di Napoli
Giornalista pubblicista iscritto all’Ordine della Campania