San Tammaro. Il peso dell’imminente crisi rifiuti ricadrà sulle spalle di molti casertani. Ci sono almeno tre colpi di scena nel piano varato questa mattina dalla Regione per la chiusura del termovalorizzatore di Acerra e reso ufficiale pochi minuti fa. Confermate Caivano e Casalduni, si salva Marigliano e paga il Casertano: insieme a Polla nel Salernitano, sarà San Tammaro a ospitare i rifiuti.
Vale la regola di un sito a provincia, ma considerando che il punto scelto per Caivano, Pascarola, dista pochissimo da Marcianise, per Terra di Lavoro emerge un quadro non certo rassicurante. Si è conclusa in modo unanime la conferenza dei servizi convocata dalla Regione Campania, con la partecipazione della città Metropolitana di Napoli delle province e delle rispettive società provinciali per la raccolta dei rifiuti per affrontare il periodo di un mese di stop per manutenzione del termovalorizzatore di Acerra.
La conferenza dei servizi ha condiviso e approvato un programma per fronteggiare il fabbisogno complessivo di 82.000 tonnellate di frazione secca sui base regionale. Grazie alle gare espletate dalle società provinciali, dalla A2a e dalla Regione Campania, spiegano dall’ente regionale, 40.000 tonnellate saranno evacuate fuori Regione nel periodo del fermo del termovalorizzatore. Le restanti 42.000 tonnellate saranno destinate a depositi temporanei per un periodo non superiore a 90 giorni. I depositi temporanei sono distribuiti nelle diverse province, secondo il principio di prossimità. I siti individuati sono Casalduni, Caivano, San Tammaro, Polla, per un quantitativo complessivo pari al 70% del fabbisogno. Per il restante 30% saranno utilizzate aree ubicate all’interno degli stir esistenti in Regione.