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Era a messa con altri 300 detenuti: ecco come il ricercato ha beffato tutti

La prima evasione dal carcere borbonico in 100 anni L’evaso è Robert Lisowski, 32enne polacco in cella per omicidio aggravato. Era insieme a circa altri 300 detenuti, Robert Lisowski, il 32enne polacco ricercato ormai da 24 ore e scappato dal carcere di Poggioreale dove era recluso per omicidio. L’uomo   partecipava alla messa domenicale, si è allontanato dalla funzione prima che terminasse, e usando una corda fatta con lenzuola ha scavalcato il muro di cinta.

La polizia ha diffuso un identikit e sono scattate subito le ricerche. E’ la prima evasione dal carcere, una solida struttura borbonica, in 100 anni, come ha confermato Donato Capece, segretario del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, ma che oltre a essere clamorosa, suona come “una beffa”, perché “da tempo avevamo avvertito del rischio evasione”: ci sono 2300 detenuti, quando la capienza massima è di 1400, e 760 unità a servizio operativo nell’arco delle 24 ore, ovvero 70 per ogni turno. Quindi un carcere “sovraffollato” con “carenza di agenti penitenziari”.

Il profilo

Robert Lisowski, cittadino polacco 32enne, arrestato dalla Squadra Mobile di Napoli il 5 dicembre 2018 per omicidio. Venne arrestato nei Quartieri Spagnoli con l’accusa di avere assassinato un ucraino di 36 anni, suo amico, durante una lite scoppiata in un locale della citta’ frequentato da cittadini dell’Est europeo. La lite prosegui’ in strada dove il polacco, in preda ai fumi dell’alcol, accoltello’ a morte l’amico. Sono in corso le sue ricerche da parte di tutte le forze di Polizia coordinate dalla Procura. Lisowski e’ alto 1,80 circa, di corporatura magra, carnagione chiara, con capelli radi castano chiaro; al momento della fuga aveva la barba e un’andatura claudicante. Chiunque lo vedesse, dice la Questura, e’ pregato di contattare subito i numeri di emergenza e soccorso pubblico. La vicenda innesca polemiche e apre il dibattito sulla necessitù di rafforzare il ruolo della polizia penitenziaria e sul numero delle unita’ di controllo impegnate cosi’ come sulla funzionalitù della struttura napoletana.

Per il segretario dell’Osapp di Napoli, Luigi Castaldo, la colpa è della mancanza di personale: “Poco più di 200 unità di fronte a una platea di detenuti che supera di 800 unità la capacità massima. Dati denunciati a un’amministrazione sorda ed una Politica assente”. “L’istituto andrebbe definitivamente abbattuto ed il capo dell’Amministrazione Penitenziaria rimosso dall’incarico” ha commentato il segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria Aldo Di Giacomo.