Fiorentina-Napoli, vittoria di lusso da un albergo ancora a 3 stelle.

Calcio. Dopo una lunga attesa è finalmente iniziato il campionato di serie A con l’anomalia di un mercato ancora in corso che chiude il 2 settembre, costante isolata di un calcio che cambia regole ogni anno, con giocatori ancora in infradito distratti dalle sirene milionarie e da sogni di “vincere altrove” che, con loro errori, potrebbero influire sui risultati delle prime due giornate.

 

 

Dopo la vittoria pomeridiana dei bianconeri a Parma, orfani del loro allenatore fermo ai box per polmonite che gli farà saltare anche l’incontro con la sua ex squadra sabato prossimo, il Napoli ha esordito nell’ostico campo fiorentino pieno di tifosi trascinati dalla nuova proprietà americana dopo aver rischiato la retrocessione pochi mesi fa. L’esaltazione del pubblico è aumentata grazie alla partenza a razzo degli uomini di Montella e, soprattutto, grazie al vantaggio realizzato dopo 8’ da Pulgar su rigore concesso dal VAR per un tocco di mano di ZIelinski, contestato da molti ancora in attesa di capire il nuovo regolamento sempre più complicato come le istruzioni svedesi di un mobile da montare.

 

 

Dopo lo shock durato mezz’ora gli uomini di Ancelotti cominciano a giocare e nel giro di 3’ passano addirittura in vantaggio, prima al 38’ con un tiro a giro di Mertens con la complicità di Dragowski, poi con un rigore trasformato con freddezza da Insigne dopo le proteste dei giocatori fiorentini per la simulazione di Mertens ma non consapevoli del precedente fallo di mani di Pulgar. Ripresa ancora più scoppiettante con altri 4 gol e squadre allungate a giocarsela “face to face” come due pugili stremati. Dopo soli 6’ il gigante Milenkovic pareggia di testa servito da calcio d’angolo, lasciato solo da una difesa che applica una rigida e colpevole marcatura a zona, errore a cui rimedia al 10’ l’inossidabile Callejon con un perfetto tiro rasoterra a incrociare sul palo opposto.

 

 

La risposta viola arriva dopo appena 9’ quando Boateng, appena entrato, imita lo spagnolo napoletano e trafigge il giovane Meret approfittando di una difesa partenopea ancora in fase di rodaggio. A chiudere definitivamente la pratica viola ci pensa sempre lo spagnolo dal volto serio nonostante la somiglianza con Jim Carrey che, a differenza dell’attore canadese, gioca da Dio per moltissime settimane. Infatti al 21’ con il suo solito taglio, amato dai parrucchieri e odiato dai difensori, dopo un perfetto assist di Mertens travestito da Insigne offre a quest’ultimo una palla d’oro con la scritta “spingimi dentro”, scena vietata per quelli che “la tattica e lo spettacolo non contano”.

 

 

Post partita pieni di polemiche, come da consuetudine, sia da parte di tifosi napoletani indispettiti dai pareri troppo di parte di alcuni commentatori ex viola, scelti inopportunamente come se il Vaticano invitasse Marilyn Manson al concerto di Natale, sia da Vincenzo Montella che non ha capito alcune scelte arbitrali discutibili da cui voleva delle ragioni che non ha sentito, così come i cori offensivi dei tifosi viola contro i napoletani come lui, nato a Castello di Cisterna. Li ha sentiti, invece, un arrabbiato Ancelotti che ha definito ignoranti coloro che li intonano, prendendo le difese di un popolo per la gioia dei napoletani orfani di un comandante e, soprattutto, di tanti emigranti presenti anche a Firenze con tanto di “bacioni” dimenticati, purtroppo, da molti…

“La porti un bacione a Firenze,

lavoro solo per rivederla un dì

Son figlia d’emigrante,

per questo son distante,

lavoro perché un giorno a casa tornerò…”

 

 

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