Regionale. Ennesimo episodio di violenza nei confronti degli operatori sanitari: una dottoressa è stata infatti picchiata e colpita al volto al pronto soccorso del San Giovanni Bosco. La dottoressa – come riferito dalla pagina “Nessuno Tocchi Ippocrate” è stata prima strattonata, poi presa a calci e infine riempita di pugni dalla zia del paziente. Il medico a quel punto ha lascia-to il pronto soccorso: nell’aggressione ha riportato al rottura del setto nasale.
L’Asl pronta a portare in tribunale il caso
“L’aggressione di questa notte e’ un gesto vile e indegno. Ho sentito la dottoressa e le ho personalmente garantito che l’azienda e’ e sara’ al suo fianco anche in tribunale. Niente puo’ giustificare quanto accaduto, un fatto che al di la’ del trauma fisico ed emotivo cagionato, mette a rischio l’assistenza”. Queste le parole del direttore generale dell’ASL Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva nel commentare l’aggressione avvenuta nella notte ad un chirurgo che stava svolgendo consulenza in pronto soccorso. “Medico che a causa della violenza subita- prosegue il comunicato della Asl Napoli 1- avra’ una convalescenza di almeno 30 giorni per il grave trauma facciale subito, fatto che inevitabilmente influira’ sull’assistenza in modo significativo”. “Chi ha aggredito la dottoressa – aggiunge Verdoliva – ha aggredito ciascun medico, ciascuna infermiera e operatore dell’ASL Napoli 1 Centro, ma soprattutto ha tolto ad altri pazienti il diritto di essere assistiti”.
La direzione generale dell’ASL ha avviato una verifica interna volta a ricostruire quanto accaduto e a comprendere come le donne protagoniste dell’aggressione si siano introdotte – sembra addirittura “autorizzate” – in pronto soccorso aggirando i divieti tassativi introdotti proprio a garanzia degli operatori. “Se qualcuno crede ancora di poter dettare legge al San Giovanni Bosco o di poter ignorare le disposizioni dettate dalla direzione generale si sbaglia. Finche’ io saro’ direttore generale di questa ASL il San Giovanni Bosco sara’ al servizio solo dei pazienti e non tollerero’ che il personale medico e infermieristico sia ostaggio di nessuno. Il ripristino della legalita’ e’ stato avviato e non e’ piu’ possibile ritornare indietro; e’ nostra intenzione dimostrare che siamo donne e uomini pronti a riprenderci la dignita’ per troppe volte calpestata e guadagnare, in campo, la fiducia dei cittadini. Abbiamo davanti una grande sfida ma anche l’incrollabile determinazione di per vincerla”, ha concluso Verdoliva.