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L’appello disperato della moglie del carabiniere ucciso: “Tutelate noi, non quei 2 assassini”

Somma Vesuviana. Si sono tenuti ieri, nella chiesa di Somma Vesuviana, in cui, poco meno di 2 mesi fa era convolato a nozze con la sua amata Rosa Maria, i funerali del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. La moglie, composta nel suo dolore, ha rivolto un accorato appello al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Mario credeva in te, ma non è giusto morire così in una notte di luglio, mentre si sta facendo il proprio lavoro per gli altri. Non è giusto, ministro. Voi dovete stare dalle parte di chi fatica, dovete dare risposte agli onesti: sono loro, siamo noi che esigiamo ragione e giustizia. E io, poi, come faccio adesso? Mario, il mio Mario, era lo Stato. E voi dovete stare sempre con lui. Con noi».

 

«Mario non aveva i soldi – ha raccontato Rosa Maria – non era come questi due ricchi e viziati. Questi due me lo hanno sfracellato, ammazzato, non me lo hanno fatto tornare a casa vivo. Io quella sera gli avevo anche detto: ma dove vai? Stai a casa, che vai a fare un servizio fuori». Per la storia della foto del ragazzo americano bendato, Rosa Maria ha solo avuto la forza di dire: «Mario me l’hanno ammazzato, Mario non faceva quelle cose, dava il panino ai criminali. E comunque adesso cosa mi interessa di questa foto?».

 

La bara del vice brigadiere Mario Cerciello Rega è stata salutata da accorati applausi all’uscita dalla chiesa di Santa Croce, a Somma Vesuviana (Napoli). Alcune centinaia di persone si sono trattenute all’esterno malgrado il sole cocente, in attesa della fine del rito. Tre squilli di tromba dei carabinieri hanno salutato il feretro e palloncini bianchi sono stati liberati in cielo da esponenti del volontariato e amici del carabiniere che a Somma era praticamente conosciuto da tutti. Si è quindi formato un corteo funebre con monsignor Santo Marcianò, Ordinario militare, e dai parroci dell’area vesuviana che sono intervenuti alla cerimonia insieme con carabinieri ed autorità.