Parete. Dai concerti gestiti dalla vigilanza del clan alle assunzioni suggerite dal cognato dell’ex boss. E’ questo lo scenario che emerge dall’ultima ordinanza sul clan Bidognetti che ha portato alcuni giorni all’arresto di Salvatore Fioravante e di Enrico Verso.
Proprio quest’ultimo, cognato di Raffaele Bidognetti, è il personaggio centrale dell’inchiesta. L’influenza camorristica di Verso Enrico ed il controllo dallo stesso esercitato nel comune di Parete come emerge dalle intercettazioni. Significativo il passaggio di una conversazione di D’Abbronzo nel corso della quale gli investigatori hanno captato un litigio avvenuto assentamente con il “cognato di mezzanotte”. Una frase che ha suscitato la pronta reazione di incredulità di D’Abbronzo che affermava “Enrico sta con noi” .
“E stava litigando con quello, e mi stavo litigando con quello “. “perchè?”. “gli ho detto io.. me lo hai detto già tante volte, la seconda volta ti taglio la testa e meno male che Giovanni lo conosceva e …ha detto dai parla con me non fare tarantelle”. “chi Enrico? ma Enrico sta con noi”
Significativa anche la conversazione in cui D’Abbronzo, in occasione del servizio di vigilanza prestato durante il concerto avvenuto a Parete, rassicurava un dipendente sulla protezione che Enrico Verso garantiva loro sul territorio; così come quella tra D’Abbronzo e Siano nei corso della quale i due interlocutori, dopo aver ricevuto precise indicazioni da Verso Enrico per l’assunzione di persone di sua fiducia, si dilungano proprio sullo spessore criminale del predetto socio