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Figli costretti ad accusare il padre naturale, stangata per mamma e nuovo compagno: usavano i ragazzini pure per spacciare droga

Di 18 Luglio 2019Cronaca

Casagiove. A due anni dal blitz della polizia, la giustiza emette il primo importante verdetto nella vicenda che aveva creato molto scalpore non solo in città ma anche nel resto della provincia. Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato per maltrattamenti, spaccio di stupefacenti e induzione alla falsa testimonianza due persone: si tratta di Angela D. e del suo compagno, Simmaco P.: alla prima sono stati inflitti 8 anni di reclusione (le è stata contestata anche la calunnia), mentre per l’altro 7 anni.

I due, conviventi a Casagiove da tempo, sono al centro di un torbido quadro di violenze familiari, sopraffazioni e ripetuti abusi sessuali consumati fra le mura domestiche. Teatro delle vessazioni è risultata essere l’abitazione familiare, presso la quale, peraltro, era stata allestita dai medesimi indagati, un’articolata attività di offerta e vendita di sostanze stupefacenti, realizzata avvalendosi anche dei tre figli che la donna aveva avuto dal precedente matrimonio, costretti, dietro minaccia, a collaborare al taglio ed al confezionamento delle dosi da immettere sul mercato.

Dal processo è emerso un profondo clima di sopraffazione ed intimidazione dei minori ed il loro impiego strumentale al fine di porre in essere condotte ritorsive nei confronti del padre naturale, nei cui confronti la figlia minore veniva costretta a muovere accuse, poi rivelatesi infondate, di violenza sessuale ed a fornire una falsa ricostruzione dei fatti in sede di incidente probatorio nell’ ambito di altro procedimento penale per analoghi fatti scaturito a seguito della denuncia da parte del padre naturale dei tre fratelli. I ragazzi, dopo un primo periodo col padre, sono stati dati in adozione. Il più grande è ora maggiorenne. Nel processo sono stati coinvolti anche il padre dei tre e la nuova compagna, condannati a 2 anni.