Marcianise. Sarà l’esame autoptico a chiarire il momento in cui Giovanni Pontillo, 59 anni, è deceduto. Stando ai primi rilievi del medico legale la morte dovrebbe essere avvenuto verso le 17,30 quando Pontillo era rimasto da solo in cella. Una scelta probabilmente maturata quella di non voler partecipare insieme agli altri detenuti all’ora di socialità, così, quando i compagni di cella, sono rientrati hanno fatto la drammatica scoperta.
Per Pontillo non c’era purtroppo già più nulla da fare. Nella serata di ieri è stata allertata la famiglia mentre la notizia si è diffusa questa mattina tra Capodrise, città di origine e Marcianise, dove il 59enne viveva nel Parco Unrra Casas fino all’arresto avvenuto tredici mesi fa. Al momento non si sa se l’uomo abbia lasciato un biglietto per spiegare il gesto estremo: la cella dove è avvenuta la tragedia è stata infatti sottoposta a sequestro, così come la salma di Pontillo che si trova ora all’istituto di medicina legale di Napoli.
Probabilmente già nella giornata di domani (gli atti sono arrivati questa mattina negli uffici della Procura) il pubblico ministero potrebbe fissare il test e nominare un perito. La famiglia Pontillo, assistita in questa triste vicenda dall’avvocato Giuseppe Foglia, potrebbe scegliere un consulente di parte per seguire l’esame, passaggio necessario prima di poter riabbracciare il proprio caro per l’ultimo viaggio.
Marcianise. Trovato morto in carcere dopo la condanna a 20 anni. Il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Napoli ha disposto l’esame autoptico sulla salma di Giovanni Pontillo, 59 anni, rinvenuto senza vita nella notte all’interno della sua cella del carcere di Secondigliano dove era recluso da un anno in seguito alla maxi operazione Unrra Casas effettuata dai carabinieri per contrastare lo spaccio di droga a Marcianise. Pontillo era ritenuto dalla Dda di Napoli uno dei due referenti principali dell’organizzazione che aveva garantito una pax sugli affari legati allo smercio di stupefacenti tra i Belforte e i Piccolo. Alla luce del suo ruolo l’uomo, che avrebbe compiuto 60 anni a dicembre, era stato condannato in primo grado poche settimane fa a 20 anni di reclusione, nonostante avesse chiesto di essere giudicato con rito abbreviato.
Nella serata di ieri Pontillo è stato trovato impiccato nella sua cella. L’allarme è scattato immediatamente ma per lui purtroppo non c’è stato nulla da fare. Ancora ignoti i motivi di quello che appare come un gesto estremo che arriva due settimane dopo il verdetto di primo grado.
La salma di Pontillo è stata trasferita all’istituto di medicina legale del Secondo Policlinico per l’autopsia. Dopo il test la salma sarà riconsegnata ai familiari per il rito funebre. Pontillo era originario di Capodrise ma era residente da tempo nel Parco Unrra Casas di Marcianise, il rione bunker da dove era nata l’inchiesta e il relativo processo. Uno dei personaggi chiave non vedrà la conclusione di questo procedimento.