Parete. “Gli altri sono ladri“. In questa categoria evidentemente non si rivede Enrico Verso, il cognato dell’ex boss Raffaele Bidognetti, che da martedì è in cella con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. A tradire “o’ mannes” sono le intercettazioni telefoniche che costituiscono parte integrante delle 266 pagine dell’ordinanza notificata dai carabinieri del reparto territoriale di Aversa. a 6 persone.
Dialoghi captati anche a ridosso delle elezioni Amministrative del 2016 (Verso vota a Parete dove è residente). Nell’aprile 2016 giunge agli investigatori la prima vera conferma del fatto che l’imprenditore estorto stia versando settimanalmente del denaro al parente di Bidognetti. In un’intercettazione la vittima effettua una richiesta ben precisa a Verso, ovvero, quella di spostare “servizio” al lunedì successivo, due giorni dopo.
“Vorresti spostare a lunedì mattina questo servizio invece di oggi?”. Nella replica Verso fa comprendere chiaramente che le somme versate sono dirette, in realtà, ad una terza persona che per il momento non viene menzionata e con cui ha già preso appuntamento per mezzogiorno, proprio per la consegna del denaro. “Ora mi ha chiamato, a mezzogiorno gli ho detto vengo. Vedi un poco non…non mi far spostare”. La conversazione prosegue sullo stesso tenore con la vittima che tenta di convincere, riuscendoci, il proprio interlocutore a spostare il giorno del pagamento, invitandolo a trovare una scusa qualsiasi con il creditore; a tal fine gli suggerisce di far leva sulla propria precisione nei pagamenti passati.
Un nuovo contatto tra i due giunge come di consueto il sabato seguente, quando Verso gli chiede se si debbano incontrare o meno prima che lui si rechi in Caserta. L’imprenditore gli chiede di aspettare verso mezzogiorno-l’una, poiché è in evidente attesa di poter incassare del denaro contante al fine di poter procedere al rituale saldo della rata estorsiva. Verso lo chiama e gli chiede se si è candidato. Risponde che non è lui ma che si tratta di un’altra persona. Verso dice che deve “votare il cinque stelle perché gli altri sono ladri”, ma l’interclocutore sostiene che vede bene Pellegrino perchè vuole fare la zona industriale. Un dialogo quest’ultimo ininfluente ai fini dell’inchiesta se non per comprendere le modalità logistiche con le quali avveniva il pagamento del pizzo.