Marcianise. Un altro piccolo terremoto si abbatte sull’amministrazione comunale: il sindaco Antonello Velardi è indagato dalla Procura per irregolarità sulle firme presentate da una lista durante la tornata elettorale del 2016. L’avviso di garanzia è stato notificato poco fa dai carabinieri: un atto formale per il primo cittadino in quanto a capo della coalizione della quale faceva parte anche la lista.
L’indagine trae origine dalla denuncia presentata da alcuni esponenti di minoranza: tra le anomalie riscontrate la firma di Aniello Bruno, ritenuto dalla magistratura uno dei referenti dello spaccio in città per conto dei Belforte, e detenuto all’epoca della presentazione delle liste. Fu il campanello d’allarme per la Procura che ha cominciato a indagare sul presunto giro di firme false.
L’esecuzione degli avvisi di garanzia sarebbe ancora in atto e riguarderebbe almeno altre cinque persone oltre al primo cittadino. Si tratta dei responsabili della lista finita nel mirino (“Orgoglio Marcianisano”) e dei dipendenti che non avrebbero vigilato sugli atti depositati in quella primavera di 3 anni che portò all’elezione del nuovo consiglio comunale. Tra i destinatari dell’avviso di garanzia ci sono Raffaele Tartaglione, Assunta Foggia, Lorenzo Ovalletto, Alberto Tartaglione e Pasquale Bellopede.
E’ stato lo stesso Velardi a renderlo conto con un post sul suo profilo: “Mi è stato notificato oggi dai carabinieri un avviso di garanzia della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per una vicenda precedente alla mia elezione a sindaco.”
“Si tratta di un’indagine sulla regolarità delle firme necessarie per la presentazione della mia candidatura a sindaco di Marcianise, di cui si è a lungo parlato ed è stato oggetto di una dura polemica politica innescata dai miei avversari politici. Nell’indagine sono coinvolte altre persone per i ruoli esercitati nel caso specifico” ha proseguito il primo cittadino.
“Francamente non so quali sono le mie responsabilità circa questa vicenda che ignoro del tutto. Nessuno me lo mai chiesto, spiegherò agli inquirenti tutto ciò. Non so francamente neanche di che cosa si parla: il mio coinvolgimento è solo legato al fatto che ero candidato, non mi sono mai occupato direttamente o indirettamente della raccolta delle firme. Ne ho voluto scrivere, direttamente, per un’esigenza di trasparenza e per evitare il solito polverone strumentale che sarà alzato.”