Maddaloni. Entra nella fase clou il processo per voto di scambio che vede coinvolto il sindaco Andrea De Filippo e i fratelli Esposito. Nell’ultima udienza appena terminata è stato conferito l’incarico a un perito per trascrivere le intercettazioni che costituiscono parte integrante del procedimento. Entro la prossima udienza, fissata per fine settembre, il tribunale dovrebbe già acquisire i verbali con i dialoghi registrati.
Come già preventivato il Comune di Maddaloni non si è costituito parte civile nel procedimento che vede imputato anche il primo cittadino, il più noto tra gli 8 indagati dell’inchiesta che portò nei mesi scorsi la squadra mobile ad arrestare i fratelli Esposito. Il primo cittadino è stato rinviato a giudizio insieme alle altre sette persone coinvolte nell’indagine, tra le quali l’ex consigliera Teresa Esposito, i suoi due fratelli Giovanni e Eduardo e la madre.
Il voto sotto la lente
Lo scenario è quello delle elezioni amministrative dello scorso giugno quando Teresa Esposito è stata candidata risultando seconda con una lista civica. Malgrado i 297 voti presi non venne eletta. Secondo la ricostruzione della Procura i voti per le amministrative venivano venduti a cifre tra 10 e 30 euro. Dalle indagini della Polizia di Stato, che hanno consentito di scoprire il voto inquinato dalla camorra nel comune casertano, sono emersi diversi episodi che descrivono il mercimonio delle preferenze. In una intercettazione Teresa Esposito chiede il voto anche alla famiglia di un uomo che, come lei e’ candidato, ma in un’altra lista.
I familiari accettano di votarla ma dividendo le preferenze tra il loro parente e Teresa Esposito. Teresa, pero’, a differenza dello zio, paga per ogni voto. Proprio per questo motivo tra i componenti la famigliola scoppia un litigio per accaparrarsi il voto alla sorella di Antonio Esposito, per intascare i 30 euro. Per mettere pace e non scontentare nessuno – emerge dall’intercettazione – viene proposto di suddividere il denaro del voto a Teresa, alcune decine di euro, tra chi avrebbe votato la sorella del boss e chi invece doveva concedere la preferenza allo zio, senza prendere un euro.