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“Potrebbero succedere cose brutte alle vostre figlie”: medico minacciato, nella gang una collega della clinica

Capua/Santa Maria Capua Vetere. Da colleghi di lavoro a vittima e carnefice. Al centro della storia svelata ieri da un’inchiesta della Procura c’è Assunta Nardiello, infermiera di Santa Maria Capua Vetere, in servizio alla clinica Villa Fiorita di Capua (del tutto estranea all’indagine, ndr).

Nella struttura sanitaria lavorava insieme a un medico anestesista ed è stata proprio lei, secondo quanto verificato dalle indagini, a indicare a due uomini del Vesuviano, Antonio Fusco e Ciro Piccolo, il professionista per un’estorsione terminata con tre arresti. A volere i soldi era proprio lei, ma, dopo il no del camice bianco, ha deciso di far intervenire “la gente di strada”. La Polizia di Stato ha arrestato i tre con l’accusa di aver tentato di estorcere la somma di 10mila euro al medico, che sarebbe stato più volte minacciato telefonicamente di morte; minacce che sarebbero state indirizzate anche a figlie e moglie del professionista. I fatti sono accaduti tra Capua e Santa Maria Capua Vetere.

Secondo la Squadra Mobile, che ha realizzato le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, il medico, sarebbe stato avvicinato dalla dipendente della stessa struttura, finita in carcere che gli avrebbe chiesto una somma per porre rimedio ai propri problemi economici; al rifiuto del medico, la donna avrebbe interessato gli altri due indagati, che avrebbero iniziato a tempestare di telefonate minatorie il medico.

Un incubo per lui e la sua famiglia, guardando anche al tenore delle telefonate, tutte puntualmente intercettate dalla squadra mobile. Tra le più agghiaccianti c’è quella captata il 12 aprile scorso quando uno dei due arrestati si rivolge così al medico: “Dottore, voi e la vostra famiglia avete bisogno di protezione, potrebbero succedere cose brutte a voi e alle vostre figlie, noi vi seguiamo giorno e notte. Lunedì vi mandiamo la posizione dove portare i soldi. Non scherziamo”. Tutto vero, purtroppo. Non scherzavano. A testimoniarlo il fatto che, grazie anche al supporto dell’infermiera, le figlie erano state effettivamente seguite.

Un incubo cessato solo quando, la settimana scorsa, la polizia ha fatto irruzione a casa dell’infermiera, al rione Iacp a Santa Maria Capua Vetere. Era il posto indicato per la consegna dei 10mila euro richiesti: si è trasformato nel capolinea di questa brutta storia.