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Educazione e conoscenza, la nostra risposta all’avvocato dopo i ricorsi persi

San Felice a Cancello. Ci tocca rispondere all’avvocato Renato Labriola in merito ad una sua videointervista fatta pubblicare su un’altra testata on line, con cui ha replicato ad un nostro articolo di analisi sulla sentenza del Consiglio di Stato in merito al ricorso di Emilio Nuzzo.

Educazione e conoscenza

 

Bene avrebbe fatto Labriola a contattarci direttamente, gli avremmo dato diritto di replica e probabilmente maggiore visibilità rispetto a quanto ne ha ottenuta (sotterfugi da retrobottega).

In questi casi è più corretto ed educato chiamare direttamente l’interlocutore, anziché rispondere attraverso terzi. Non abbiamo mai parlato di fantasie mediatiche, abbiamo solo esposto la nostra posizione con un titolo che parlava di sentenza chiara e tutto il resto è realtà virtuale.

Inoltre quando abbiamo detto che Nuzzo era stato consigliato male non era riferito all’avvocato Labriola ma alla vicenda penale per la Riabilitazione al Tribunale di Sorveglianza.

Evidentemente l’avvocato Labriola, che ci accusa di essere sedicenti (senza nominarci, altrimenti lo avremmo querelato subito), è andato per sentito dire, lo ha anche ammesso, all’inizio del video “Mi hanno telefonato alcuni cittadini”. Poi non facciamo ‘trading’ ma cerchiamo di fare il nostro lavoro nel miglior modo possibile.

Noi abbiamo espresso solo una nostra valutazione, in merito ai risultati finora ottenuti dal doppio iter, predicendo i due verdetti, sempre con educazione e rispetto.

 

Autodifesa personale e non professionale

 

La video arringa di Labriola sembra tanto un’autodifesa personale e non professionale. Tra l’altro, se il Consiglio di Stato non aveva possibilità di trattare in seduta plenaria (come l’avvocato afferma citando la norma), evidentemente era speculativa la richiesta.

Delle due l’una, o sapeva che la richiesta non poteva essere accolta (come indicato dal CdS citando la norma) in questo caso però non avrebbe avuto alcun senso farla (il che significa che il CdS sul punto lo ha bacchettato); o ignorava l’articolo citato dal CdS ed in questo caso non pensiamo che la posizione migliori trattandosi di ammissione di ignoranza della legge.

La sentenza del Consiglio di Stato che ha citato Labriola fa riferimento ad appalti nel cui ambito l’onorabilità rileva sul piano della leale concorrenza tra privati nella gestione di opere pubbliche.

Invece in materia elettorale il rapporto è genericamente di rappresentanza di interessi pubblici.

L’estinzione del reato conseguente al decorso del termine temporale a seguito del patteggiamento è istituto diverso dalla riabilitazione.

Tra le condizioni propedeutiche alla concessione vi è quella del risarcimento del danno alle persone offese: potrebbe essere questa una chiave di lettura della mancata attivazione della procedura al Tribunale di Sorveglianza?

 

L’onorabilità lesa può essere ripristinata solo dall’autorità giudiziaria

 

Le sentenze (Tar Lazio e CdS, quelle citate anche dal TAR in primo grado), sono le conseguenti e naturali interpretazioni sancite dalla Severino. L’onorabilità lesa per scelta di chi ha “voluto” violare la legge, può essere ripristinata solo dall’autorità giudiziaria, ovvero l’autorità che ne ha sancito la violazione, mediante apposito procedimento atto a valutare il comportamento successivo del reo (ivi compreso il risarcimento del danno arrecato). Non è assolutamente scontato che il Tribunale di Sorveglianza conceda il benestare alla riabilitazione sulla scorta del solo decorso del termine.

Insomma, sebbene entrambi gli istituti – della riabilitazione e dell’estinzione della pena patteggiata – assicurino al condannato la cessazione degli effetti penali della condanna, essi non possono ritenersi sovrapponibili ed equiparabili, in quanto solo con la riabilitazione si acquista la certezza dell’effettiva rieducazione del reo, poiché l’estinzione ex art. 445 c.p.p. deriva dal solo dato fattuale del mero decorso del tempo.

 

Questa storia ha stancato

 

I risultati stanno sulla carta, i ricorsi sono stati respinti, il resto sono interpretazioni e chiacchiere che si porta via il vento. Questa storia ha cominciato anche a stancare, è necessario riportare al centro del dibattito i progetti e quello che si intende fare per il paese. Non se ne può più. Tra attese, commissioni e tribunali è già passata mezza campagna elettorale…