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L’amica smaschera la mamma delle bambine maltrattate: “Copriva i lividi fatti alle figlie”. VIDEO

Bellona. Bambine picchiate, maltrattate, lasciate senza cibo, fino a ritrovarsi con le ossa rotte. La pesante accusa è arrivata ai genitori delle piccole che a Bellona, nel casertano, sono stati arrestati con l’accusa di maltrattamenti. La più piccola è finita in ospedale con numerose fratture, causate dalle percosse che le venivano inflitte. Felice Nunziata, primario di pediatria all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano, è stato il primo a curare la bambina di 6 mesi.

 

Il racconto dei medici

 

La mamma, lo scorso gennaio, aveva portato la piccola all’ospedale di Caserta con la scusa di una forte diarrea. I medici del nosocomio Sant’Anna e San Sebastiano hanno però, immediatamente, notato i lividi sul suo corpicino. Ad un’indagine più approfondita, di tipo radiologico, arrivata dopo il confronto tra i dottori del reparto pediatrico, che hanno subito notato qualcosa di strano, sono emerse ossa rotte e frattura delle costole.

Intanto a Pomeriggio Cinque ha parlato anche Dina, la migliore amica della madre delle piccole: “Anche lei aveva lividi sul collo, ma copriva il compagno. Le avevo detto più volte di lasciarlo ma lei temeva per il futuro delle figlie. Mi diceva che i lividi sul corpo delle figlie glieli provocavano delle persone cattive”. 

La maestra intanto, che le telecamere di Pomeriggio 5 hano provato a raggiungere, si è defilata, non concedendo alcuna intervista. Secondo gli inquirenti, la più grande delle 2 vittime, le aveva raccontato delle violenze subite, ma la maestra non aveva mai denunciato.

 

L’arresto dei genitori

Le indagini sono partite dal ricovero lo scorso gennaio al pronto soccorso pediatrico del civile di Caserta della più piccola delle figlie alla quale venivano riscontrate ecchimosi e inappetenza. A carico dei coniugi è stato raccolto un grave compendio indiziario in ordine a numerose condotte consistite in atti lesivi dell’integrità fisica e morale delle bambine che venivano sottoposte nel corso del tempo a un regime vessatorio e violento disinteressandosi delle condizioni di sviluppo e formazione personale così da rendere abitualmente dolorose e mortificanti le reazioni familiari.

 

 

 

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