San Felice a Cancello. Si staranno mangiando le mani i vari Francesco Buonomano, Francesco Lettieri, Carmine Guida, Antonio Basilicata and family, Sabatino Esposito e Alessio Russo.
Poteva davvero essere il loro momento, ‘the magic moment’ e invece sono tutti a casa, non si sono mossi di un centimetro. L’esclusione di Nuzzo (per ora sub iudice, anche se da via Fiume sono convinti che c’è speranza) avrebbe aperto scenari impensabili ad un qualsiasi terzo polo anche con una lista rabberciata, ci mettevano dentro lo zio, la cubista, la cantante, sarebbero stati un fattore di questa campagna elettorale e avrebbero potuto lottare anche per la vittoria.
Si sono bruciati tutti, chi non parteciperà a questa campagna elettorale 2019 è bruciato definitivamente. Non c’è giustificazione, lo ripetiamo da tempo, la classe politica locale deve migliorare, è poco preparata e non sa comunicare. Ci doveva essere più alternativa.
I cinque stelle ne usciranno rafforzati. Il caso Maddaloni
Se Nuzzo dovesse essere escluso. L’unico modo per tentare di arginare la coalizione di Ferrara sarà quello di votare per il candidato sindaco dei 5 stelle, Luciano Bernardo e tentare, ma è molto difficile, di fargli vincere le elezioni con il 50 ed un voto. In quel caso ci sarebbe un’ingovernabilità in parte simile a quella di Maddaloni del 2017, quando Razzano aveva la maggioranza in Consiglio e De Filippo vinse al ballottaggio.
Infatti durante l’estate andarono tutti a casa. Ma arrivare ad una cosa del genere è un’impresa quasi impossibile, soprattutto con le 5 liste in dote al 42enne Ferrara.
La rabbia del Pd: Caro segretario provinciale venga a San Felice, le spieghiamo come stanno i fatti
Ci hanno scritto alcuni esponenti del Pd di San Felice che in risposta al segretario provinciale Cimmino fanno sapere, tramite Domenico Vigliotti: “Venga segretario a parlare con noi a San Felice, lei non è al corrente di come stanno i fatti. Buonomano è sparito completamente e non ha mai risposto al telefono, le cose stanno in maniera molto diversa rispetto a quanto dichiarato sulla stampa”.
L’esclusione di Nuzzo, una leggerezza che rischia di diventare fatale
Emilio Nuzzo decadde dalla carica per una condanna inflitta nel 2012 a 1 anno e 6 mesi per un fatto accaduto nel 2006. La legge n°190 del 6 novembre 2012 – detta legge Severino, è la legge che regola i temi di prevenzione e repressione della corruzione. Secondo la legge, in caso di condanna a due o più anni di carcere per reati compiuti intenzionalmente, è prevista l’incandidabilità. Lui essendo stato condannato a 1 anno e mezzo neanche doveva rientrare nella fattispecie. Fatto sta che comunque il Nuzzo ha avuto l’interdizione presso i pubblici uffici, dunque essendo stato interdetto, ore a prescindere se la condanna è avvenuta prima o dopo la legge, quando si è interdetti, per essere riammessi alla candidabilità , per forza maggiore i legali prima che si candidasse avrebbero dovuto richiedere il nulla osta dal tribunale, il quale gli sarebbe stato rilasciato senza problemi, essendo decaduti e decorsi i termini. Morale della favola, Emilio rischia di restare fuori per una leggerezza di chi lo avrebbe dovuto consigliare.