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Rischio faida in 3 Comuni, incontro decisivo col boss per la città contesa

Macerata Campania/Recale/Portico. All’ombra della grande faida, della storica contrapposizione si è rischiato seriamente di vedere altro sangue versato sulle strade. Una contrapposizione tra i Bifone di Portico e i Perreca di Recale che avrebbe potuto trasformarsi in una guerra da giocare sullo scacchiere degli interessi di Macerata Campania, con le tante attività da sottoporre ad estorsione.

Invece, per fortuna, la mediazione funzionò evitando il peggio, anche se la tensione rimase a lungo tra le due famiglie. A portare avanti quel dialogo, da sponde contrapposte furono, Antonio Bifone e Luigi Noia. A rivelarlo fu proprio il primo, il boss “Zuzù”, ora collaboratore di giustizia.

Tra le due fazioni difficilmente poteva correre buon sangue anche per le alleanze incrociate, coi Bifone alleati storici dei Belforte e i Perreca da sempre vicini ai Piccolo. “Nel periodo in cui sono stato libero Gigino Noia ha frequentato la mia abitazione a Portico. Veniva da me per concordare attività estorsive nei confronti di imprenditori che operavano su Macerata Campania” ha affermato Bifone nell’interrogatorio del dicembre 2014.

“Devo dire che proprio in relazione al controllo delle attività estorsive su Macerata Campania sono sorti diversi contrasti tra il mio gruppo ed il gruppo Perreca in quanto io rivendicavo il controllo di quel paese, mentre i Perreca tendevano a espandere la loro influenza criminale anche su Macerata, spesso approfittando del fatto che io e gli altri vertici del mio gruppo eravamo detenuti.
Proprio per dirimere tali contrasti ed evitare che sfociassero in veri e propri fatti di sangue, io mi sono incontrato con Gigino Noia per trovare una accordo. Nel corso degli anni i Perreca e i Quaqquarone hanno stretto alleanze” ha concluso Bifone.

 

Nel riquadro Antonio Bifone, Luigi Noia e Antimo Perreca