Acerra. Mazzata per i Pellini, il tesoro di famiglia può finire allo Stato. Il tribunale di Napoli ha infatti emesso il proprio verdetto di primo grado con l’ordinanza di confisca dei beni per circa 220 milioni di euro: si tratta del patrimonio già oggetto di un sequestro e poi di un procedimento giudiziario aperto nel capoluogo. Tra i beni nel mirino ci sono case, auto, ville ed anche elicotteri.
A darne notizia è l’ambientalista acerrano Alessandro Cannavacciuolo: “Nulla e nessuno potrà restituire il dolore, la sofferenza ed il sacrificio di chi, in questa pagina buia della nostra terra ci ha rimesso la vita per via della mano criminosa di questi soggetti ma oggi lo Stato attraverso questa ordinanza di confisca da un segnale di presenza e di contrasto a questa organizzazione che ha cumulato un vero e proprio tesoro a discapito di un’intera comunità che sopporta, ancora oggi, il dolore della malattia e della perdita dei propri cari e che vede frantumare un tessuto economico produttivo a forte vocazione agricola.
Questo non è solo un punto di arrivo ma deve rappresentare l’inizio di tutto un processo, che sebbene non semplice ed immediato, deve restituire alla nostra terra la salubrità ambientale, scongiurare futuri disastri simili e mantenere alta l’attenzione affinché la materia della tutela ambientale resti al centro delle agende di tutte le istituzioni.”
I fratelli Cuono, Giovanni e Salvatore Pellini sono già stati condannati in via definitiva per disastro ambientale ma vennero scarcerati un anno fa, proprio durante le festività pasquali.