Cardito. La polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Valentina Casa, la madre del piccolo Giuseppe, il bambino ucciso il 27 gennaio scorso a Cardito dal compagno della donna, Essobti Badre Tony.
La donna, 30 anni, residente a Massa Lubrense, è indiziata dei reati di omicidio aggravato dai futili motivi dalla crudeltà e dall’abuso delle relazioni domestiche nei confronti del figlio Giuseppe, di tentato omicidio aggravato nei confronti della figlia e di maltrattamenti.
E’ stata eseguita un’altra ordinanza di custodia cautelare anche nei confronti del compagno della donna, Essobti Badre Tony, in quanto gravemente indiziato del delitto di tentato omicidio della piccola e di maltrattamenti nei confronti dei figli della compagna. L’operazione è stata eseguita dalla squadra mobile di Napoli e dagli agenti del commissariato di Afragola.
Secondo l’accusa la donna, venendo meno ai suoi doveri di mamma, rimaneva inerte mentre il compagno colpiva con efferata violenza i suoi figli: non interveniva a fermare la furia omicida del compagno, non invocava l’aiuto dei vicini e non contattava le forze dell’ordine.
L’indagata, secondo la ricostruzione investigativa, provava invece a ripulire il sangue uscito dalle ferite dei figli con dei teli lasciati in bagno, occultava nella pattumiera le ciocche di capelli strappate dal compagno alla figlia e, al momento dell’intervento dei poliziotti, non riferiva che Tony era stato l’autore di quello scempio, negava piuttosto la violenza già perpetrata all’indirizzo dei bambini.
La condotta della donna e quella del compagno sono state ricostruite attraverso una complessa attività investigativa che si è articolata in plurimi accertamenti di natura tecnica, innanzitutto medico-legale, che hanno accertato come la violenza dei colpi inferti ai bambini fosse risultata idonea a provocare la morte del povero Giuseppe e l’imminente pericolo di vita della figlia. Anche i medici del Santobono che hanno prestato i primi soccorsi alla bimba hanno certificato l’assoluta gravità delle lesioni da lei riportate alla testa e al volto.