Aversa. Scarcerazione importante nell’indagine sul business delle conversione delle lire che ha portato ieri all’arresto di quattro persone. Nelle ultime ore il tribunale del Riesame ha revocato la misura del carcere a Gaetano Munginguerra, l’unico finito in cella dopo il blitz: i giudici hanno disposto per l’uomo, difeso dall’avvocato Vittorio Giaquinto, gli arresti domiciliari.
Coinvolti con lui nell’inchiesta anche Fulvio Ciaciaruso, Antonio Schiavone e Giovanni D’Elia, mentre altre dieci persone sono indagate a piede libero dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord.
Sono due i filoni su cui si punta a partire dall’intercettazione di una conversazione in cui gli indagati fanno chiaro riferimento a un’ingente somma – ben 20 miliardi di vecchie lire, in sostanza dei “fondi neri” – da convertire in euro.
La Finanza ha scoperto inoltre che lire “sporche” stavano per prendere la strada della Svizzera: in una banca elvetica, infatti, sarebbe dovuta avvenire la ‘conversione’ finale tra vecchia e nuova valuta. E anche su questo sono in corso ulteriori accertamenti. I quattro, che acquistavano le lire, avevano anche stilato un tariffario: una somma oscillante tra i 35 e i 42 euro a fronte di 200mila lire. Agli intermediari, invece, andava una commissione del 2%.