Francolise. Venerdì 5 Aprile, alle ore 18:00, davanti il piazzale della chiesa Madre di Francolise (CE), si terra la cerimonia ufficiale di inaugurazione dell’opera dedicato al sacerdote tanto amato dalla piccola comunità ”Don Raimondo”, realizzata dalla scultrice Gelsomina Ferrara , artista Napoletana residente nella piccola cittadina di Sparanise.
La scultura dell’artista è frutto di un’accurata indagine figurativa ed è caratterizzata da un incredibile realismo. Oltre ad essere un monumento commemorativo da ammirare, vuole mostrare che:
” Chi vive nel cuore di chi resta, non morirà mai”
L’iniziativa di far realizzare un monumento commemorativo dedicato a Don Raimondo, nasce grazie ai volontari dell’associazione culturale ” il castello ” di Francolise. Don Raimondo é stato ed é per i cittadini di Francolise, un prete, un uomo ed un amico che ha fatto tanto per il suo paese. Nel settimo anniversario della sua morte, con la benedizione del vescovo di Teano-Calvi S.E. Giacomo Cirulli, si inaugurerà l’ epigrafe marmorea con la scultura che rappresenta Don Raimondo eseguito con maestria e arte indiscussa dall’artista Gelsomina Ferrara.
La scultura di Gelsomina Ferrara è un altorilievo in terracotta a grandezza reale. L’ artista attraverso l’ argilla fa rivivere il personaggio, riesce a rendere i volumi e i tratti psicologici del soggetto fedeli a una realtà quasi fotografica.
Chi è quest’artista? Conosciamola meglio.
Nell’entroterra casertano, si distingue per una particolare “fisionomia artistica” Gelsomina Ferrara. La disegnatrice e scultrice, nasce a Napoli il 22 gennaio 1977 e vive ed opera a Sparanise. Fin da piccola dimostra il suo amore per l’arte. Si diploma presso il liceo artistico di Santa Maria Capua Vetere, ma la sua formazione avviene a Napoli, tra i vicoletti del centro storico e nell’Accademia delle Belle Arti dove studia scultura sotto la guida del maestro Giovanni De Vincenzo.
Fin da subito sperimenta nuove tecniche e materiali che la portano a realizzare opere e a partecipare a mostre di rilievo in varie città Italiane, classificandosi al secondo posto alla Biennale Internazionale “Ritualia” nel 1998 con l’opera “La Giostra”
S’innamora della città Partenopea e conclusi gli studi universitari intraprende l’esperienza di disegnatrice archeologica che la porta in una continua ricerca della bellezza, del dettaglio e della perfezione. Nascono così le sue opere: sculture figurative, disegni di volti e di corpi, copertine di libri, illustrazioni. Tutto caratterizzato da uno stile proprio, raffinato e innovativo.
Le sue rappresentazioni evocano il fascino del sapere attraverso un ardito linguaggio artistico. Gelsomina mediante l’uso del carboncino, della matita, dei gessetti, dell’argilla, della pietra e del marmo, rappresenta corpi e volti bellissimi capaci di smuovere le coscienze. L’artista attraverso la sua arte, entra in contatto con la dimensione più profonda del proprio essere, percependone i moti nell’anima.
Ricordiamo in poche righe chi era Don Raimondo
Don Raimondo Pasquariello è stato un prete che ha vissuto in povertà, celebre per i suoi modi gentili e solari, le sue doti di insigne predicatore, di instancabile ascoltatore di fedeli e per la sua attività di esorcista, da cui non volle mai ricevere un compenso.
Fin da bambino mostrò segni di devozione cristiana: era solito preparare su un baule una tovaglia bianca e farne un piccolo altare. A soli 13 anni entrò nel Seminario di Capua, dopo qualche anno a quello di Napoli presso Posillipo, dove conseguì gli studi teologici.
Fu nominato parroco di Francolise (Caserta) dove svolse la sua missione di sacerdote. Svolse, inoltre, anche l’attività di docente di religione e notaio della Curia di Teano.
Don Raimondo comprese fin da subito a chi doveva devolvere tutte le sue attenzioni, era servo degli unici re che riteneva degni di questo appellativo: i poveri. Egli credeva fermamente nella rivoluzione della Chiesa e nel suo desiderio di vederla di nuovo splendente come un tempo.
Era descritto come uomo di formidabile intelligenza, dotato di un grandissimo carisma e devoto alla Madonna che egli invocava, secondo le indicazione di don Salvatore Vitale, con la preghiera “Mia Madonna e Mia Salvezza”.
Fu amico e confidente di papa San Giovanni Paolo II e del segretario personale di San Giovanni XXIII, È stato un testimone esemplare del Signore e tutti lo ricordano come “il prete del sorriso”
Chissà quale sorpresa ci riserverà la giovane artista venerdì 5 aprile, saranno molti coloro che si recheranno alla manifestazione: amici e parenti non solo di Gelsomina, ma anche tanti fedeli che portano tutt’ora nel cuore quel simpatico sacerdote che continua a vegliare su tutti noi dall’alto dei cieli.