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Ferito dopo spari a Natale, Russo resta recluso

Parete. La Corte di Cassazione ha confermato la misura cautelare per  Vincenzo Russo, disoccupato di 35 anni, arrestato in autunno dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa, in quanto responsabile del tragico ferimento di Luigi Pellegrino, il 14enne di Parete colpito alla testa da un proiettile vagante il 24 dicembre del 2017 mentre era con amici sul corso principale del paese.

Un episodio senza un movente particolare: Russo voleva forse provare la pistola, una calibro 9×21 che non è stata mai trovata, in vista del Capodanno o semplicemente per quel giorno. Russo, sposato con un figlio piccolo e qualche precedente penale di poco conto, nelle settimane successive all’episodio compariva già tra i sospettati, in quanto era di sua pertinenza il terreno da cui si pensava fosse stato esploso il colpo di pistola che aveva ferito Luigi; furono trovati anche altri due proiettili dello stesso calibro, uno aveva colpito un furgone, l’altro era invece a terra sull’asfalto. Gli inquirenti, in mancanza degli esiti degli esami balistici, non avevano però la certezza che i colpi fossero stati sparati proprio dal fondo di Russo; quest’ultimo, peraltro, non era neanche possessore legale di un’arma.

Così gli accertamenti andarono per le lunghe; gli inquirenti si fecero intanto consegnare circa cinquanta pistole detenute legalmente da cittadini di Parete e del limitrofo comune di Lusciano, ma nessuna era compatibile con il proiettile rinvenuto nella testa di Luigi. C’era anche un video molto crudo dell’episodio, ripreso da una telecamera esterna di un bar presente proprio sul lato del marciapiede dove il ragazzo passeggiava con gli amici: si vede il giovane cadere faccia a terra dopo essere stato spinto da dietro come da una mano invisibile; era il proiettile che lo colpiva dopo aver sfiorato gli amici.

Il cerchio su Russo si è chiuso solo con la conclusione della complessa consulenza balistica che ha accertato, ricostruendo la parabola seguita dal proiettile, che i colpi provenivano proprio dal fondo di Russo distante circa 300 metri dal corso principale del paese, dove Luigi fu ferito. La Suprema Corte ha confermato al termine del dibattimento la misura cautelare per l’uomo.