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Liceo Cortese: la voce di una prof dopo quell’inferno di “fuoco” e di “chiacchiere”

Maddaloni. A distanza di quasi 10 giorni da quel terribile pomeriggio per gli studenti del liceo Cortese di Maddaloni, la professoressa Rosanna Lombardi, docente dello Scientifico maddalonese, veste i panni di pompiere per fare il punto dopo tutto quello che si è detto e scritto in merito alla vicenda del rogo al pullman sull’A1

 

A riveder le stelle

Se proprio dovessimo usare una metafora per definire il liceo di quest’ultimo mese, non potrei che utilizzare quella del fuoco. Non è certo ardita come idea, anche perché la letteratura è piena di vivificanti fiamme che accendono l’estro e la creatività, ma sicuramente è la più pertinente. Eppure il fuoco di cui si parla non è quello di cui tutti parlano, quello dell’ accidente o per meglio dire dell’incidente, quello che ha acceso le lingue infiammate di opinionisti nati per l’occasione e che con troppa facilità e superficialità gettano fuoco su fuoco divampando un incendio social che nemmeno i pompieri più esperti potrebbero estinguere.

 

Forse il fuoco a cui facciamo riferimento è quello di tante fiammelle che messe insieme non provocano devastanti scenari, piuttosto distese di luci calde che, oltre ad illuminare, riscaldano e indicano la strada maestra. L’incendio, certo, è più forte, più di impatto: è il sublime davanti al quale resti esterrefatto, ma quella forza è distruttiva ed infiamma tutto, anche il gusto di amplificarlo, di ingigantirlo con il solo scopo di spegnere le secolari fiammelle che da una vita sono alimentate con cura e che da sempre hanno condotto ai percorsi più idonei per arrivare alle tanto sospirate mete. Queste fiammelle sono quelle di una comunità che ogni giorno si adopera per accendere altri fiammelle, tese ad illuminare distanze sempre più lunghe e più utili a tutti.

Le fiammelle del liceo siamo tutti noi: gli alunni, gli operatori, i docenti, i genitori, le maestranze, le istituzioni comunali, la cittadinanza. Il pregio di una scuola di qualità cade a pioggia non solo su tutti, ma anche sul tempo: quello del presente che si riversa sul futuro. Quando la regione pubblica il bando per il concorso sulla violenza di genere e due nostre alunne si aggiudicano il primo premio, quando nel nostro liceo vengono fuori alunni che per merito sono stati nominati Alfieri dello Stato e hanno occupato il primo posto di concorsi di poesia, quando un’offerta formativa permette ai ragazzi di partecipare e vincere a dei master di fama internazionale o di proiettarli verso esperienze formative all’avanguardia e aperte a tutte le attitudini, il merito non è solo della scuola, ma è di tutti quelli che vivono quell’istituzione, ovvero di quelle fiammelle che non si spengono mai e che più bruciano, più accendono dando lustro all’intera comunità.

 

Queste fiammelle ci sono sempre, non hanno interruttori di spegnimento perché sono alimentate da un’energia inesauribile: il desiderio di migliorare e di migliorarsi. È per questo che la loro luce deve vincere di 1000 anni quella nera di un pullman che ci ha fatto tremare nell’anima. I pompieri hanno il compito di spegnere quelle fiamme pestifere e ci riescono con successo, ma le fiamme della rabbia, del dolore, della delusione, chi può spegnerle? Certamente non le parole, né le sole rassicurazioni. I pompieri dell’anima turbata di chi ha vissuto la paura, non sono altro che le conferme reali, i fatti e le certezze che da tempo nutrono le fiammelle della nostra scuola.

 

Ora più che mai quelle fiammelle devono brillare e se così non fosse, significherebbe che, fino ad oggi, tutti abbiamo creduto ed operato solo per distruggere e non per costruire nuove prospettive e nuove opportunità. I ragazzi sono coloro i quali di più di tutti vogliono brillare in una scuola che dia loro serenità, fiducia e che gli garantisca ciò che da sempre ha garantito: la cura, le competenze ed il loro successo. Il fumo nero che offusca ed acceca, non deve prendere il posto della luce, quella che genitori, alunni, docenti, operatori, maestranze e istituzioni alimentano da una vita. Se qualcuno vuole il nero lo orienti là dove le luci non ci sono mai state e che per questo gode nell’oscurare anche gli altri. Il nuovo faro che illumina la nostra scuola: l’osservatorio meteorologico del liceo, con tanto di stazione meteorologica munita di pluviometro, barometro e igrometro termometro, punta la sua telecamera su orizzonti puliti e offre alla sua comunità una nuova luce che brilla in un firmamento di successi.

Prof. Rosanna Lombardi