Nazionale. Sono tutti morti i 157 passeggeri a bordo del volo dell’Ethiopian Airlines precipitato. Lo ha reso noto la tv di Stato dell’Etiopia. Tre persone, due uomini e una donna, appartenenti a una onlus di Bergamo si trovavano sul Boeing 737 partito da Addis Abeba e diretto a Nairobi e che si è schiantato questa mattina in Etiopia. I tre volontari fanno parte di una onlus con sede a Bergamo e che opera nell’area: la loro identità non è stata ancora ufficializzata in quanto le famiglie non sarebbero ancora informate.
Tra le vittime italiane – come riferito da Repubblica.it – c’è anche l’assessore regionale ai Beni Culturali della Regione Sicilia, Sebastiano Tusa. Archeologo di fama internazionale, Tusa era diretto in Kenya per un progetto dell’Unesco, dove era già stato nel Natale scorso insieme con la moglie.
L’Italia partecipa all’inchiesta
L’Italia potrà chiedere di partecipare all’inchiesta sull’incidente del Boeing 737 delle Ethiopian Airlines precipitato questa mattina a sei minuti da decollo dall’aeroporto di Addis Abeba e nel quale sono morte 157 persone, fra le quali otto italiani. E’ quanto prevede il regolamento dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icao), secondo cui possono partecipare alle indagini su un incidente aereo gli esperti di Stati cui appartengono cittadini coinvolti nell’incidente. L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv) potrà quindi chiedere alla competente autorità dell’Etiopia di designare un proprio esperto nell’inchiesta. A quest’ultima, secondo il regolamento dell’Icao, partecipano tutti gli Stati coinvolti per competenza territoriale, o per competenze relative all’operatore, alla progettazione e all’immatricolazione del velivolo. Della squadra di investigatori possono far parte più esperti e più gruppi di lavoro, ma tutti fanno capo ad un unico coordinatore e seguono una procedura standardizzata a livello internazionale.