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Se ne vanno due miti degli anni 90 Luke Perry e Keith Flint

Con il 4 Marzo 2019 gli anni ’90,   se ne sono andati, e lo hanno fatto in un insospettabile giornata, portandosi via due delle icone degli adolescenti di quel periodo: : Keith Flint dei  The Prodigy, il cantante dai capelli verdi,  che si è tolto la vita nella sua casa dell’Essex, e Luke Perry, l’affascinante Dylan McKay di Beverly Hills 90210, il rubacuore  di molte ragazzine, stroncato da un ictus.

 

Difficile non ricordarlo per molti di noi. Noi ragazzi che andavamo a scuola con il walkman nelle orecchie e che passavano i pomeriggi in attesa che Mtv trasmettesse il video di quello scatenato ballerino dai capelli verdi, che ci faceva impazzire.

 

 

 

Come Mtv  non perdevamo una puntata delle avventure di quegli adolescenti californiani, fra la scuola, un bacio,  un litigio e un passaggio al “Peach pit“. Gli intrecci amorosi di otto amici che ne combinavano delle belle insieme e ci insegnavano tante cose sulla vita. Ore e ore davanti la tv. neanche una puntata è andata persa. CHE NE SANNO I 2000?

 

 

 

E per una strana ironia della sorte, il destino ha voluto che  due dei personaggi che tanto li hanno fatti sognare se ne sono andati  stesso giorno, lasciando un vuoto nel cuore di  quei ragazzi troppo cresciuti, che ora  devono dire addio  alla loro  spensieratezza  passata tra Levis  e camicione a quadri.

 

 

 

Luke Perry

 

 

Dylan McKay, il bello e dannato, che a bordo della sua moto infrangeva cuori come fosse James Dean, conteso tra la mora Brenda e la bionda Kelly (e tutti parteggiavamo per l’una o per l’altra) era l’amore nemmeno tanto segreto di qualsiasi ragazza possedesse una tv e l’icona dei maschi, che avrebbero voluto imitarlo. Tanto che oggi, qualche quarantenne ancora cita le sue frasi:

Ma che bel quadretto: la mia ragazza e il mio migliore amico” o “In questo mondo l’unica persona di cui ti puoi fidare è te stesso”.

 

 

 

Keith Flint

 

Keith Flint. Gli occhi sgranati, l’espressione tesa, lo sguardo demoniaco, i capelli come corna, i piercing l’atmosfera claustrofobica dei videoclip di “Firestarter” e “Smack my bitch up”, che Mtv mandava a ripetizione, terrorizzando e insieme ipnotizzando una generazione intera di ragazzi che scoprivano un lato del tutto inedito del punk. Questo erano i Prodigy: una commistione micidiale di elettronica e rock, una valanga d’energia pronta a spazzare via tutto, una catarsi che spingeva i giovani a sprofondare in una realtà da incubo per risalire la china con la violenza e la spinta di un ritmo forsennato.

 

 

 

Luke e Keith, proprio come l’acqua santa e il diavolo. A pensarci bene non c’era binomio migliore per sintetizzare quei folli, maledetti e rimpianti Anni ’90 che insieme si sono portati via.