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Frase choc al figlio piccolo: “Prendi pistola e spara ai carabinieri”. I rapporti col sindaco per l’alloggio popolare

Casal di Principe. E’ uno scenario quasi inedito per il Nord-Est quello in cui si muovono le indagini che ieri hano portato al clamoroso blitz tra il Veneto e l’agro aversano con 50 persone arrestato. Il gruppo camorrista disarticolato in Veneto dall’operazione diretta dalla Dda di Venezia aveva come riferimento i Casalesi legati alle famiglie Bianco e Bidognetti, il cui boss Francesco è conosciuto come ‘Cicciotto ‘e mezzanotte’.

 

Capi indiscussi nel veneziano second erano Luciano Donadio e Raffaele Buonanno, nato in Campania ma già nel veneziano negli anni ’90. Con loro un gruppo proveniente da Casal di Principe come Antonio Puoti, Antonio Pacifico, Antonio Basile, Giuseppe Puoti e Nunzio Confuorto che hanno, nel tempo assoldato persone campane e veneziane come Girolamo Arena, Raffaele Celardo e Christian Sgnaolin.

 

Tra gli arrestati dal blitz dell’operazione, battezzata ‘At Last’, il sindaco di Eraclea Mirco Mestre, per voto di scambio, Denis Polese, direttore di banca a Jesolo (Venezia) e il suo predecessore – indagato in stato di libertà – che garantivano conti societari, e infine Moreno Pasqual, poliziotto accusato di passare informazioni ai malavitosi.

 

Dialogo choc tra padre e figlio

A far rabbrividire non sono solo le accuse ma anche il comportamento tenuto da alcuni indagati. E’ il caso del dialogo tra Antonio Puoti, originario dell’agro aversano ma trapiantato da tempo a Eraclea, e il figlio di appena cinque anni. L’indagato commenta la perquisizione domiciliare effettuata dai carabinieri e che avrebbe spaventato il piccolo.

“Sono venuti i cornuti giù e ti metti paura? Tu adesso scendi giù a babbo. Tu lo sai dov’è la pistola, prendi la pistola e spara ai carabinieri e dici che è stato babbo. Sono loro che devono avere paura di te, non tu di loro”. Puoti è tra i beneficiari degli alloggi popolari del comune veneziano, finiti nel mirino dell’inchiesta: l’ipotesi della Dda è quella che il sindaco di Eraclea arrestato, Mestre avrebbe favorito l’assegnazione delle case a persone vicine al clan, in cambio dell’appoggio elettorale.