Orta di Atella. Un precedente che fa rabbrividire. Come 24 ore prima ad Acerra. C’è un filo rosso che collega il delitto di Ferdinando Fenicia a quello di un suo parente. Esattamente come per Mariniello anche negli archivi giudiziari c’è un’esecuzione simile che riguarda un famiiliare della vittima.
Nel caso di Vincenzo Mariniello, ammazzato domenica mattina davanti al garage di casa era il padre Gennaro che venne ucciso nel marzo 2000 mentre era affacciato al balcone della sua abitazione. Per Ferdinando Fenicia (foto TeleClub), invece, il precedente riguarda lo zio, Francesco Fenicia detto “Formaggino”, anche lui di Grumo Nevano e ritenuto al tempo legato a un’ala della galassia criminale che faceva capo ai Moccia. Anche “Formaggino” venne ucciso nel territorio di Orta, precisamente a Casapuzzano, lungo l’arteria che conduce a Marcianise.
Come poi succederà a suo nipote 13 anni dopo, pure Fenicia senior era alla guida di un’auto quando venne accerchiato dai killer: una macchina 50 di quelle comunemente usate dai minorenni nel suo caso, una Fiat 500 L intestata alla moglie quella del 37enne Ferdinando. C’è anche un’ultima sinistra coincidenza tra i due delitti: entrambi sono stati massacrati di colpi di arma da fuoco.
Crivellato di colpi
Fenicia è stato infatti trovato dai carabinieri della Compagnia di Marcianise che indagano sul delitto ad alcuni metri dall’auto. E’ certo che abbia provato a scappare, ma il killer non gli ha lasciato scampo riversando un intero caricatore contro di lui, ormai resosi conto di andare incontro alla morte. Poi, una volta giustiziata la vittima, l’assassino, quasi certamente con l’aiuto di un complice, ha dato fuoco all’auto intestata alla moglie di Fenicia, ma in uso al 37enne grumese, probabilmente per cancellare tracce compromettenti.
L’indagine del 2005 e il lavoro al parco giochi
L’omicidio di Fenicia ha destato grosso scalpore per le modalità: simili esecuzioni si riservano di solito a personaggi eccellenti della criminalità. Fenicia invece aveva precedenti per droga, legati a un’operazione del 2005, ma di fatto da allora non aveva avuto grossi problemi con la giustizia. A Orta di Atella era molto conosciuto perché in passato aveva lavorato anche all’interno del parco giochi, gestendo un’attrazione per bambini.
Ucciso come lo zio lui. Ammazzato come il padre Mariniello. Gli investigatori escludono al momento collegamenti diretti tra i due delitti, ma ai margini dei territori dominati dai grossi clan dell’area Nord il clima si sta facendo pesante.