Caserta. E’ stata conclusa nella giornata di oggi la seconda tranche degli interrogatori di garanzia per le 17 persone arrestate martedì nell’inchiesta su voto e clan. Quasi tutti gli indagati che sono sfilati davanti al gip Piccirillo in queste ore hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Tra i pochi che ha provato a difendersi c’è Agostino Capone, fratello del ras dei Belforte Giovanni e marito della titolare della ditta finita nel mirino per la posizione di monopolio nell’affissione dei manifesti elettorali.
Agostino Capone, nell’interrogatorio di ieri, ha detto di essersi impegnato per rapporti di amicizia nel corso della campagna elettorale per le Regionali del 2015. Il fratello Giovanni, già detenuto, ha invece preferito la strada del silenzio. Bocche cucite davanti al gip anche Mario De Luca di Casal di Principe, Salvatore Vecchiariello di Villaricca, Modestino Santoro di Caserta e Giovanni Gualtieri di San Nicola la Strada. Gli indagati sono rappresentati dagli avvocati Giuseppe Foglia, Alessandro Diana, Andrea Piccolo e Nello Sgambato.
Una volta ultimata la fase degli interrogatori di garanzia, si valuterà l’opportunità del ricorso al Riesame per ottenere la revoca delle 19 misure cautelari (12 in carcere, 5 ai domiciliari e 2 divieti di dimora) disposte dal gip Paola Piccirillo e notificate dai carabinieri. C’è già il primo scarcerato: si tratta di Roberto Novelli, 43enne di Caserta, che torna, dopo un giorno di cella, agli arresti domiciliari in comunità per motivi di salute.
Da sinistra Novelli, Rea, G. Capone, Corvino, Carbone, Zarrillo