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Voto e clan, fissata udienza per 8. De Filippo: “Accuse paradossali, pronto a difesa”

Di 6 Febbraio 2019Cronaca

Maddaloni. Sarà una difesa serrata quella del primo cittadino di Maddaloni Andrea De Filippo che tra due settimane passerà le forche caudine del gup: nelle ultime ore al sindaco è stato notificato l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare che si terrà al tribunale di Napoli il prossimo 21 febbraio.

“Nonostante le ampie spiegazioni rese nel corso dell’interrogatorio da me richiesto e nonostante la espressa istanza di essere messo a confronto con una delle persone coinvolte nel procedimento, il pm ha ritenuto opportuno un approfondimento dibattimentale sulla vicenda” ha dichiarato De Filippo.

“Attenderò l’esito dell’udienza preliminare sperando di porre fine al mio coinvolgimento nell’accusa che mi viene rivolta e che definisco, senza spirito polemico, semplicemente paradossale. Tuttavia un eventuale dibattimento potrà consentirmi di esplicitare tutte le mie ragioni nella sede deputata alla formazione della prova.

Voglio però dare atto – conclude il sindaco – all’autorità giudiziaria procedente dell’estrema rapidità con la quale sono state concluse le indagini preliminari che io auspicavo, e confermare la mia più totale fiducia nel suo operato, anche quando sono adottati provvedimenti che, evidentemente, non posso condividere.”

 

La situazione: inchiesta al bivio decisivo

La Direzione Distrettuale Antimafia ha chiuso le indagini sull’ultima inchiesta che ha scosso il Comune di Maddaloni, quella sui presunti casi di corruzione elettorale tesi a far votare Teresa Esposito, ex consigliera e sorella del ras Antonio detto “Sapunaro”. A poco più di un mese dal blitz della squadra mobile e a due settimane dai responsi del Riesame (che ha liberato solo Giovanni Esposito), il pm Antimafia Landolfi aveva già fatto partire gli avvisi.

Tra gli indagati ci sono 4 persone per le quali sono scattate le misure cautelari degli arresti domiciliari, cioè i fratelli Eduardo, Teresa e Giovanni Esposito e la madre Carmela Di Caprio. Sono tutti ancora ristretti al regime della detenzione casalinga, ad eccezione di Giovanni. Altri quattro sono invece indagati a piede libero: tra questi il nome più altisonante è quello del sindaco Andrea De Filippo, poi ci sono l’imprenditore Salvatore Esposito, Enrico Pisani e Nunzia Di Donato. L’inchiesta riguarda l’ipotesi di reato di corruzione elettorale con l’aggravante del metodo mafioso.

Lo scenario

Il prossimo 21 febbraio il gup dovrà decidere se e chi mandare a processo o optare per un eventuale proscioglimento. Lo scenario è quello delle elezioni amministrative dello scorso giugno quando Teresa Esposito è stata candidata risultando seconda con una lista civica. Malgrado i 297 voti presi non venne eletta. Secondo la ricostruzione della Procura i voti per le amministrative venivano venduti a cifre tra 10 e 30 euro. Dalle indagini della Polizia di Stato, che hanno consentito di scoprire il voto inquinato dalla camorra nel comune casertano, sono emersi diversi episodi che descrivono il mercimonio delle preferenze. In una intercettazione Teresa Esposito chiede il voto anche alla famiglia di un uomo che, come lei e’ candidato, ma in un’altra lista.
I familiari accettano di votarla ma dividendo le preferenze tra il loro parente e Teresa EspositoTeresa, pero’, a differenza dello zio, paga per ogni voto. Proprio per questo motivo tra i componenti la famigliola scoppia un litigio per accaparrarsi il voto alla sorella di Antonio Esposito, per intascare i 30 euro. Per mettere pace e non scontentare nessuno – emerge dall’intercettazione – viene proposto di suddividere il denaro del voto a Teresa, alcune decine di euro, tra chi avrebbe votato la sorella del boss e chi invece doveva concedere la preferenza allo zio, senza prendere un euro.