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“Processo per uno stupro”: rivive al PalArti la grande Artemisia Gentileschi

CAPODRISE (Stefania Mastroianni). Al Palazzo delle Arti di Capodrise imperdibile appuntamento per i cultori delle arti. Sarà rappresentato “Processo per uno stupro”, secondo appuntamento con “Capodrise contemporanea”, la più grande rassegna teatrale dedicata all’arte della città.

Lo spettacolo è previsto per sabato 9 febbraio alle ore 18.30. La rappresentazione teatrale avrà ad oggetto lo stupro subito nella sua vita da Artemisia Gentileschi, pittrice di grandi doti artistiche vissuta nel Seicento.

A darle voce e corpo sarà Claudia Balsamo, attrice campana formatasi alla scuola dei De Filippo, garanzia di qualità nell’ambito teatrale, scuola che firma anche l’adattamento drammaturgico della vicenda.

 

 

La vicenda 

Era il 1611 quando la fanciulla, dall’innato talento artistico, fu violentata dal suo maestro, Agostino Tassi, «lo smargiasso», uomo collerico, dal carattere sanguigno e dai trascorsi burrascosi.

Lo stupro si consumò nell’abitazione dei Gentileschi, in via Della Croce, a Roma, con la compiacenza di una certa Tuzia, vicina di casa, che, in assenza di Orazio, il padre di Artemisia, accudiva la ragazza.

 

Dopo qualche esitazione, dovuta anche alle rigide convenzioni dell’epoca, Artemisia trovò il coraggio di denunciarlo, in anni in cui la violenza sessuale era considerata una generica lesione alla moralità che non offendeva la persona violata.

 

Tassi sarà condannato all’esilio, ma è nell’arte che la ragazza troverà il suo vero riscatto, affermandosi saldamente nel panorama artistico e sopravvivendo alla storia, giacché il suo nome è ancora ricordato e apprezzato nonostante, per un pregiudizio culturale, il nome delle donne viene sempre più facilmente dimenticato.

 Lo spettacolo 

Accanto a Claudia Balsamo che vestirà i panni di Artemisia Gentileschi,  vi saranno Tiziana Tirrito, in quelli del giudice, e Federica Palo, che interpreterà Tuzia, l’amica che tradisce Artemisia.

 

 

La regia è affidata al corpo invaso di passioni, perso nelle pulsioni, sul limite fra l’umano e l’istituto animale.

I costumi sono di Francesca De Rienzo e le maschere di Vittorio Tirrito.

 

 

Dal punto di vista stilistico, lo spettacolo sarà caratterizzato da dialoghi forti, scontro tra le parti a rimarcare la dialettica processuale, mescolanza tra lingua italiana e lingua napoletana, quella della città che ospitò Gentileschi nell’ultimo periodo della sua vita.

 

Il personaggio 

Artemisia Gentileschi è stata una pittrice di grande temperamento, dalla vita romanzesca e dagli amori tumultuosi. Figura contrastata, eroina femminista “ante litteram”, negli anni, ha ispirato il teatro e il cinema.

 

 

Il suo carattere forte è sicuramente testimoniato dalla scelta, sofferta, di denunciare il suo maestro-stupratore, in un’epoca in cui era difficile affrontare le conseguenze di una tale accusa.

Di scuola caravaggesca, Artemisia nacque a Roma nel 1593 e morì a Napoli nel 1654.

Tra le sue numerose opere, le più note sono Giuditta che decapita Oloferne, la Conversione della Maddalena, il suo Autoritratto e Susanna e i vecchioni.