Caserta. Campagne elettorale da decine di migliaia di euro. Un fiume di denaro che finiva in parte anche nelle mani di personaggi vicini alla criminalità organizzata e in particolare al clan Belforte. E’ quello che hanno accertato gli inquirenti nel corso dell’indagine che ha portato oggi i carabinieri ad arrestare 17 persone (12 in carcere, 5 ai domiciliari).
Tra gli indagati spicca il nome di Lucrezia Cicia (indagata a piede libero): la compagna di Antropoli in cambio del sostegno elettorale e di un pacchetto di voti ha consegnato, insieme al defunto Mimì Ventriglia (all’epoca anche lui candidato), a Alberto Russo e Antonio Benenati la somma di 11500 euro suddivisa in tre assegni, secondo quanto accertato dai carabinieri nel corso delle indagini.
Le spese pazze dell’ex sindaco, ma il risultato è deludente
Discorso diverso per l’ex sindaco di San Marcellino Pasquale Carbone, in quella tornata elettorale candidato al consiglio regionale col Nuovo CentroDestra: l’ex primo cittadino dell’agro aversano dovette sborsare da sola 7mila euro per garantirsi la promessa di Agostino Capone, Vincenzo Rea e Antonio Merola, considerati dalla Dda vicini all’ala casertana dei Belforte, di procurargli voti in vista delle lezioni del 2015.
Il candidato Carbone, hanno accertato gli inquirenti, ha versato ad Antonio Merola (finito in carcere), esponente del clan Belforte di Marcianise, 7000 euro per 100 voti, ottenendo alla fine solo 87 voti; Carbone, dopo le elezioni, ha pure chiesto a Merola la restituzione di parte dei soldi versati.
A Caterina Mirra, anche lei indagata, invece, in cambio del sostegno elettorale Carbone dovette regalare anche alcuni buoni pasto del valore di 20 euro ciascuno per un totale che, come evidenzia il gip nel provvedimento, non è mai stato quantificato.