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Voto e clan, 17 arresti. Ecco a quanto ammontava il tariffario in cabina elettorale

Di 5 Febbraio 2019Cronaca

AGGIORNAMENTO. Anziani accompagnati fin dentro al seggio elettorale per votare i candidati imposti dal clan camorristico, voti comprati dai candidati a peso d’oro – 70 euro a preferenza – nomi sulla scheda corretti quasi nella cabina, minacce e intimidazioni persino al presidente del seggio. Emerge tutto questo dall’indagine della Dda di Napoli e dei carabinieri di Caserta, che oggi ha portato all’arresto per vari reati 19 persone, tra cui i due candidati alle Regionali del 2015 nel partito “Nuovo Centrodestra – Campania Libera” Pasquale Corvino, noto imprenditore titolare di laboratori di analisi e ex presidente della Casertana Calcio nonché fratello dell’attuale assessore comunale di Caserta Maddalena Corvino (tra le più votate alle scorse comunali, ndr), e Pasquale Carbone; entrambi, risultati non eletti, sono finiti agli arresti domiciliari per il reato di voto di scambio politico-mafioso.

 

L’aggiornamento

Caserta. Tra gli indagati a piede libero nell’operazione che questa mattina ha portato all’esecuzione di 17 arresti figura anche il nome di Lucrezia Cicia, già consigliere comunale di Caserta e candidata alle ultime Politiche per Forza Italia. La sua è una posizione minore: per lei non è stata avanzata alcuna richiesta di misura. Soltanto ieri era stato arrestato in un’altra operazione sulle elezioni inquinate dal clan il suo compagno, l’ex sindaco di Capua e chirurgo Carmine Antropoli.

Il primo lancio

Caserta. Nella giornata odierna, nelle province di Caserta e Napoli i Carabinieri della Compagnia di Caserta, a completamento di un’articolata attività di indagine coordinata dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere, nonché degli arresti domiciliari e del divieto di dimora nelle Provincie di Caserta e Napoli, emessa dall’ufficio GIP del Tribunale di Napoli, nei confronti di diciannove persone, indagate a vario titolo per i reati di scambio elettorale politico mafioso, estorsione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, commessi con l’aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso.

 

L’attività investigativa si focalizzata sull’intervento del “clan Belforte” sulla città di Caserta durante le consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania, svoltesi il 31 maggio 2015. Tale intervento di CAPONE Agostino e del clan da lui retto si manifestava in due modi:

 imponendo ai candidati di avvalersi, per il servizio di affissione dei manifesti elettorali nella città
di Caserta, di una società intestata alla moglie;
 intervenendo per condizionare il voto ed orientarlo in favore di candidati disposti a versare al clan
somme di denaro, buoni pasto e buoni carburante.

 

ESTORSIONE SUL SERVIZIO DI AFFISSIONE MANIFESTI ELETTORALI

Le indagini hanno permesso di accertare che, CAPONE Giovanni, all’epoca detenuto, utilizzando dei “pizzini” aveva dato precise disposizioni al fratello CAPONE Agostino, affinché si occupasse dell’affissione dei manifesti elettorali nella città di Caserta. Quest’ultimo, avvalendosi della collaborazione materiale di REA Vincenzo, ITALIANO Antimo, MEROLA Antonio e ZARRILLO Antonio, imponeva ai candidati di fare riferimento alla società di servizi “Clean Service”, a lui riconducibile in quanto intestata alla moglie, SEMONELLA Maria Grazia. Tale imposizione avveniva sia con intimidazioni esplicite, come captato nel corso delle intercettazioni, sia attraverso minacce rivolte ai singoli soggetti sorpresi ad affiggere i manifesti a tarda notte, sia coprendo i manifesti affissi senza ricorrere alla loro società, facendo poi arrivare il messaggio che tale inconveniente non si sarebbe verificato se si fossero rivolti alla società Clean Service. Tale condotta, di fatto, ha limitato la libertà contrattuale dei candidati, i quali, pur di poter continuare a svolgere la campagna elettorale anche attraverso l’affissione di manifesti, erano costretti ad affidare l’incarico di stampa ed affissione ad una ditta non scelta liberamente. Tra i candidati costretti a rivolgersi a CAPONE Agostino, si segnala la presenza di BOSCO Luigi, ConsigliereRegionale in carica, il quale ha confermato che a Caserta vi erano state alcune anomalie, in quanto per avere visibilità era necessario rivolgersi ad un l determinato gruppo di persone. A conferma di ciò, Bosco ha raccontato agli inquirenti l che un suo collaboratore, durante l’affissione dei manifesti nel Comune di Caserta, era stato aggredito da alcune persone che gli avevano intimato di allontanarsi, in quanto a Caserta nessuno poteva affiggere senza il loro consenso. Dopo tale episodio, inoltre, Rea Vincenzo si era presentato presso il suo comitato elettorale con fare spavaldo, garantendo che affidando a loro l’affissione dei manifesti avrebbe avuto la giusta visibilità, viceversa avrebbe avuto dei problemi.

Come emerge dalle conversazioni captate tra gli indagati, i proventi di tale attività ammontavano a circa 17.000 Euro, dei quali una parte erano destinati a rimpinguare le casse della fazione del clan riferibile a CAPONE Giovanni, con particolare riferimento al mantenimento degli affiliati all’epoca detenuti in carcere.

 

SCAMBIO ELETTORALE POLITICO-MAFIOSO

CORVINO Pasquale e CARBONE Pasquale, entrambi candidati con il “Nuovo Centro Destra – Campania libera” durante le elezioni regionali del 2015, sono destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari poiché indagati per aver chiesto agli esponenti del clan Belforte di procurare loro i voti di soggetti legati all’associazione camorristica, in cambio dell’erogazione di somme di denaro e di altre utilità. In particolare CORVINO Pasquale avrebbe chiesto l’appoggio elettorale nel territorio di Caserta, promettendo a CAPONE Agostino e REA Vincenzo la somma di Euro 3.000 ciascuno, buoni spesa e buoni carburante, oltre ad un “regalo“ per CAPONE Giovanni. Anche il candidato CARBONE Pasquale, attraverso un intermediario, si era rivolto a MEROLA Antonio, affiliato al clan Belforte, fazione di Capone, per ottenere i voti del clan e, come corrispettivo, aveva versato la somma di 7.000 Euro, in cambio di cento voti nel Comune di Caserta. A termine elezioni, CARBONE otteneva nel capoluogo meno voti di quelli promessi, 87 anziché 100, motivo per il quale chiedeva la parziale restituzione della somma versata per il procacciamento dei voti. Di particolare interesse risultano le conversazioni intercettate tra gli indagati, nelle quali CAPONE Agostino minacciava delle persone al fine di assicurarsi i voti “se non escono i voti devi vedere! Ti togliamo la macchina da sotto!”, a dimostrazione della forza intimidatrice utilizzata per ottenere i voti per CORVINO Pasquale. Ulteriormente rilevanti, sono le esternazioni sulle modalità con le quali sarebbe stato controllato il rispetto dei patti, cioè che i voti promessi al CORVINO sarebbero effettivamente stati dati dagli elettori che avevano ricevuto i buoi spesa o carburante: “li vado a prendere… li porto a votare fino a dentro! Con il telefono in mano faccio la foto, devo vedere sul telefono se no non hanno niente!”. A conferma della spregiudicatezza degli indagati, è stato accertato come CAPONE Agostino, in persona, si fosse occupato di accompagnare con autovettura alcune persone anziane al seggio, facendole entrare nella cabina elettorale insieme alla moglie, per controllare se avessero votato bene. Lo stesso CAPONE, in una conversazione ambientale, raccontava alla moglie di aver controllato le schede prima di farle imbucare e di aver corretto con la matita il nome del candidato in CORVINO, arrivando persino ad intimidire il presidente del seggio “non mi ha detto proprio niente perché io lo stavo menando a quello la dentro!”

 

DETENZIONE E SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI

Nel corso delle indagini sul conto di CAPONE Agostino, è emerso come lo stesso fosse anche coinvolto nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti su Caserta ed ambisse a divenire l’unico fornitore per gli spacciatori al dettaglio di Caserta. Dalle intercettazioni emergeva infatti che CAPONE aveva ottenuto a credito, grazie all’intermediazione di DE LUCA Mario, una significativa partita di stupefacente del tipo cocaina da malavitosi dell’agro aversano, finalizzata all’approvvigionamento di altri spacciatori al dettaglio del capoluogo, identificati in PALMIERI Rosario, NOVELLI Roberto, SANTORO Modestino, VECCHIARIELLO Salvatore e GUALTIERI Giovanni.

CAPONE Agostino, inoltre, avvalendosi dell’intermediazione di RUSSO Alberto, personaggio in collegamento con la criminalità organizzata del Parco Verde di Caivano, aveva acquistato, insieme a quest’ultimo, grosse partite di hashish da cedere al dettaglio attraverso piccoli spacciatori, identificati in VERGONE Clemente, D’ADDIO Silvana, COPPOLA Ferruccio e GUALTIERI Giovanni. L’obbiettivo di CAPONE Agostino era chiaramente quello di ottenere il controllo delle piazze di spaccio di Caserta, sfruttando la sua stabile appartenenza al clan camorristico dei Belforte   la sua ascesa criminale come referente del clan su Caserta. Tale ambizione di accreditarsi come referente dello spaccio nel capoluogo, naufragava a causa delle difficoltà incontrate da CAPONE nell’onorare il debito contratto con i suoi fornitori, i quali, spazientiti dai continui ritardi, arrivarono persino a prelevarlo da casa sua e a trattenerlo in una località sconosciuta fino al pagamento di parte del debito.

 

Elenco destinatari del provvedimento

In carcere:
 CAPONE Giovanni, cl. 1965;
 CAPONE Agostino, cl. 1968;
 ITALIANO Antimo, cl. 1960;
 MEROLA Antonio, cl. 1982;
 REA Vincenzo, cl. 1960;
 ZARRILLO Antonio cl. 1967;
 DE LUCA Mario, cl. 1969;
 NOVELLI Roberto, cl. 1965;
 PALMIERI Rosario, cl. 1973;
 SANTORO Modestino, cl. 1972;
 VERGONE Clemente, cl. 1970;
 GUALTIERI Giovanni, cl. 1978;

Arresti Domiciliari:
 CARBONE Pasquale, cl. 1962;
 CORVINO Pasquale, cl. 1958;
 SEMONELLA Maria Grazia, cl. 1973;
 VECCHIARELLO Salvatore, cl. 1976;
 RUSSO Alberto, cl. 1980.

Divieto di dimora nelle Provincie di Napoli e Caserta:
 D’ADDIO Silvana, cl. 1973;
 COPPOLA Ferruccio, cl. 1988.