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Strage di ciclisti, ecco dove vivevano i due uccisi sull’Appia: erano giovanissimi

Teverola/Casaluce. Risiedevano in un centro di accoglienza di Casaluce i due stranieri di 19 e 20 anni, originari della Guinea (e non dal Gambia come emerso dai primi accertamenti) e del Senegal, investiti e uccisi alle prime ore del giorno sulla statale 7 bis a Teverola da un’auto pirata che non è ancora stata individuata.

 

I carabinieri della Compagnia e del Reparto Territoriale di Aversa avrebbero però acquisito delle immagini delle telecamere di videosorveglianza di un locale presente in zona che potrebbero fornire elementi rilevanti per individuare la vettura e il conducente. I due stranieri, regolari sul territorio dello Stato, avevano fatto richiesta di asilo politico, ma l’istanza era stata bocciata; uno aveva ottenuto il permesso temporaneo fino a marzo, l’altro aspettava l’esito del ricorso contro la bocciatura.

 

Entrambi, hanno affermato i responsabili della coop che gestisce il centro, erano usciti ieri sera, e non è improbabile che avessero lasciato la struttura per recarsi in qualche locale per guadagnare qualche soldo come parcheggiatori abusivi. Da rilevare, infine, che ci sono stati problemi iniziali di identificazione delle due vittime, perché uno dei due si era fatto prestare il giubbino da un amico del centro.

 

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