NAPOLI. L’ombra di una nuova Terra dei Fuochi lontana dalle pendici del Vesuvio: è un allarme sul quale invita a riflettere Maria Triassi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica della Federico II di Napoli, a margine del primo appuntamento organizzato dal Polo di Biodiritto M&C Militerni nell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. “Ora che qui i controlli sono estremamente serrati – dice Triassi – è molto probabile che le ecomafie stiano spostando il proprio raggio d’azione verso regioni che sino ad oggi sono state considerate ‘virtuose’ da questo punto di vista. Un bene è tenere gli occhi aperti per cogliere i campanelli d’allarme e non svegliarci tra una decina di anni scoprendo una nuova Terra dei Fuochi”. Triassi non è stata la sola a chiedere attenzione sul tema delle ecomafie. Assieme a lei, a dare vita al primo di quattro appuntamenti anche Salvatore Micillo (sottosegretario al ministero dell’Ambiente), il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, Massimiliano Marotta (presidente dell’Istituto italiano per gli studi filosofici), Giuseppe Amarelli (docente di Diritto penale nella Federico II), Luisella Battaglia (docente di Bioetica e Filosofia morale e componente del Comitato nazionale di Bioetica), Luigi Montano (presidente nazionale della Società italiana della riproduzione umana-Siru), Domenico Musto (magistrato della Procura di Napoli) e Lucio D’Alessandro (rettore dell’università Suor Orsola Benincasa).
“Uno dei problemi più grandi – afferma il sindaco De Magistris – è che noi sindaci siamo senza armi, avremmo bisogno di risorse e ci vorrebbe più pubblico e meno privato nel settore dei rifiuti, senza criminalizzare questi ultimi”. Le parole di De Magistris suonano anche come una risposta a chi, nelle scorse settimane, ha prospettato per Napoli una nuova crisi di rifiuti.
“Quando mi sono insediato Napoli era sommersa dai rifiuti, dopo un mese di rifiuti non ce ne erano più, occorre fare prevenzione. Vanno bene i processi, i criminali vanno affidati alla magistratura, e devo riconoscere che negli anni è migliorata la legislazione e la sensibilità”. Restano tuttavia molti problemi da affrontare, soprattutto in ambito medico scientifico per poter valutare l’impatto dell’inquinamento sulla salute.
Triassi ha, infatti, chiarito che oggi gli esperti non hanno strumenti idonei per valutare come le microdosi di inquinanti possano modificare in peggio la salute dei cittadini. La docente ha chiarito che non esiste un ‘rischio zero’, il tema è quello di “comprendere quale sia la soglia accettabile per la popolazione”. Per riuscire a comprendere quale sia l’effetto dell’inquinamento ambientale sulla salute, la Campania ha dato vita ad un progetto che sta offrendo risultati: “Eco food fertility”, ideato e coordinato dall’andrologo Luigi Montano. Il progetto è uno studio interdisciplinare di bio-monitoraggio umano integrato, che usa il seme maschile come cartina di tornasole della salute.
“In questo modo è possibile valutare in maniera sistematica quanto l’ambiente, l’alimentazione e gli stili di vita influenzino la salute umana”. Un tema che in Campania è diventato centrale e sul quale il Governo si sta impegnando con leggi. Micillo ha sottolineato come nella scorsa legislatura sia stata approvata la prima legge sui reati ambientali e, “a mia prima firma”, la legge 68 che fa andare in galera chi inquina. Ci sono le prime sentenze, i primi arresti”. Il primo incontro su «Inquinamento ambientale, riflessioni giuridiche e bioetiche» è stato anche l’occasione per presentare la prima edizione del premio dedicato alla memoria dell’avvocato Lucio Militerni, consigliere emerito della Corte di Cassazione, avvocato, giurista e autore di testi di diritto e bioetica. “Il Polo di Biodiritto è un’istituzione culturale voluta fortemente dal giudice Militerni” ricorda Aldo Cimmino, componente del comitato scientifico, assieme alla presidente Manuela Militerni e all’avvocato Paola Grimaldi.