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La sorellina di Giuseppe sotto i ferri. La sua testimonianza sarà decisiva

Di 29 Gennaio 2019Febbraio 7th, 2019Cronaca, Napoli Nord

Cardito. “Il quadro clinico della bambina è in netto miglioramento, è ricoverata in attesa che si sgonfi l’edema sul volto”. Lo riferisce all’Ansa Nicola Mansi, primario di otorinolaringoiatria, che ieri ha operato la piccola. La bimba è rimasta ferita domenica a Cardito mentre suo fratello è morto, entrambi per i colpi del compagno della madre.

 

“L’operazione – ha spiegato Mansi – si è resa necessaria per un taglio lacerocontuso al padiglione auricolare destro. La piccola non correva il rischio di perdere l’udito ma era necessario ricostruire la parte ferita. Il taglio non era però da lama, ma era stato provocato dalle percosse”.

 

La piccola, riferisce Mansi, “è tenuta in un’atmosfera protetta, con una psicologa che la segue e un’assistente sociale, oltre ad un’infermiera dedicata per ricostruire intorno a lei un clima di quiete. Si è ripresa: ieri dopo prima dell’intervento ha dovuto digiunare sei ore e al termine aveva fame, ha chiesto gnocchi al pomodoro e cotoletta”.

 

L’appuntamento più difficile: sarà sentita dagli investigatori

 

Sarà proprio la testimonianza della sorellina del bimbo di 7 anni ucciso a Cardito a poter dare un quadro probabilmente completo di quanto accaduto domenica. Ne sono convinti gli inquirenti della Procura della Repubblica di Napoli Nord che attendono di poter ascoltare la bimba, che solo verbalmente, poco dopo il fatto, aveva riferito delle violenze subite dal patrigno, attualmente sottoposto a fermo.

 

La dichiarazioni della piccola, ricoverata al Santobono, dovrà essere verbalizzate per confermare le modalità di aggressione del 24enne compagno della madre, che ha ammesso di aver colpito con calci e pugni i bimbi ma non con il manico di una scopa. La bimba dovrà anche confermare se la causa del pestaggio è stata proprio la rottura della sponda del lettino appena comprato, come riferito dal 24enne presunto omicida; un fatto che sarebbe avvenuto sabato sera, ben prima dunque dell’aggressione mortale consumatasi la domenica. Ma anche in questo caso si tratta di chiarire fino in fondo i tempi.