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Voto e clan, De Filippo sentito dalla Dda

Di 28 Gennaio 2019Cronaca

Maddaloni. In attesa dell’udienza preliminare quella di oggi è stata la giornata del sindaco sul fronte dell’inchiesta condotta dalla Procura Antimafia sulle ultime elezioni maddalonese. In queste ore il pubblico ministero della Dda Luigi Landolfi ha ascoltato il sindaco Andrea De Filippo, il più noto tra gli 8 indagati dell’inchiesta che portò due mesi fa la squadra mobile ad arrestare i fratelli Esposito.

Al sostituto procuratore De Filippo ha confermato l’incontro con l’imprenditore Salvatore Esposito, ma negato la ricostruzione dell’Antimafia e in particolare il punto relativo al pacchetto di voti ottenuto in cambio di controlli oltremodo serrati al rivale del patron di Medigas.

Lo scenario

Si avvicina a grandi passi il momento dell’udienza preliminare quando il gup dovrà decidere se e chi mandare a processo o optare per un eventuale proscioglimento. Lo scenario è quello delle elezioni amministrative dello scorso giugno quando Teresa Esposito è stata candidata risultando seconda con una lista civica. Malgrado i 297 voti presi non venne eletta. Secondo la ricostruzione della Procura i voti per le amministrative venivano venduti a cifre tra 10 e 30 euro. Dalle indagini della Polizia di Stato, che hanno consentito di scoprire il voto inquinato dalla camorra nel comune casertano, sono emersi diversi episodi che descrivono il mercimonio delle preferenze. In una intercettazione Teresa Esposito chiede il voto anche alla famiglia di un uomo che, come lei e’ candidato, ma in un’altra lista.
I familiari accettano di votarla ma dividendo le preferenze tra il loro parente e Teresa EspositoTeresa, pero’, a differenza dello zio, paga per ogni voto. Proprio per questo motivo tra i componenti la famigliola scoppia un litigio per accaparrarsi il voto alla sorella di Antonio Esposito, per intascare i 30 euro. Per mettere pace e non scontentare nessuno – emerge dall’intercettazione – viene proposto di suddividere il denaro del voto a Teresa, alcune decine di euro, tra chi avrebbe votato la sorella del boss e chi invece doveva concedere la preferenza allo zio, senza prendere un euro.