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Convegno sul tema “Beni culturali ecclesiastici, tutela e protezione tra presente e futuro”

Aversa.Beni culturali ecclesiastici, tutela e protezione tra presente e futuro” è il titolo del ciclo di conferenze che l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana e il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale hanno promosso, a livello regionale, in collaborazione con le Conferenze Episcopali Regionali, le Diocesi e le articolazioni del Ministero per i beni e le attività culturali, al fine di rafforzare la cultura della tutela e la sensibilità nella salvaguardia di uno dei più importanti settori del patrimonio culturale nazionale: quello ecclesiastico.

L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito della pluriennale fruttuosa collaborazione tra CEI e MiBAC e nell’alveo della sinergia che, parimenti, caratterizza l’operato delle Soprintendenze, degli Uffici diocesani per i beni culturali e l’edilizia di culto e delle articolazioni territoriali del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, vuole focalizzare l’attenzione sul fenomeno dei furti e dei danneggiamenti in danno di chiese e luoghi di culto ove la fragilità del patrimonio culturale è ulteriormente messa a repentaglio dalla fruizione devozionale e liturgica dei beni ecclesiastici.

Grazie alla pluralità di visioni, assicurata da illustri relatori provenienti dal mondo ecclesiastico, giudiziario, ministeriale, accademico e operativo, il tema Beni culturali ecclesiastici, tutela e protezione tra presente e futuro” è declinato in tutte le sue sfaccettature, con particolare focus sulle buone pratiche e le criticità del settore.

Gli eventi rappresentano, infine, un’ulteriore qualificata occasione per sostenere le attività di catalogazione del patrimonio culturale ecclesiastico, da tempo promosse dalla CEI, e per diffondere i consigli contenuti nella pubblicazione “Linee guida sulla tutela dei beni culturali ecclesiastici realizzata, nel 2014, dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto.

La conferenza, per la regione Campania, si terrà ad Aversa il 16 gennaio 2019 alle ore 10:30, presso la Pinacoteca del Seminario Vescovile del luogo.

L’incontro sarà aperto con i saluti di S.E. Monsignore Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa, della Dottoressa Elisabetta Garzo, Presidente del Tribunale di Napoli-Nord, dellaDottoressa Maria Utili, Segretario Regionale del Ministero per i beni e le attività culturali per la Campania e del Dottor Francesco Greco, Procuratore della Repubblica di Napoli-Nord.

Interverranno, quali relatori, l’Architetto Salvatore Buonomo, Dirigente della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Caserta e Benevento; il Dottor Fabio Sozio, Sostituto Procuratore – Procura di Napoli Nord; il Professore Raffaele Aveta, Dipartimento Giurisprudenza Università Vanvitelli di Caserta; Monsignore Ernesto Rascato, Delegato Regionale della Conferenza Episcopale Campana e il Maggiore Giampaolo Brasili, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli.

Al termine della conferenza si potrà visitare un’esposizione di opere ecclesiastiche (sculture, dipinti e marmi) ritrovati dal Comando Tutela Patrimonio Culturale, dal 1980 ad oggi, e si terrà la cerimonia di restituzione di un Missale disperso nel periodo compreso tra il 2013 e il 2015 dall’Ente Morale Fondazione Canonico Giuseppe di Aversa (CE).

Il recupero del prezioso Missale è stato possibile grazie ad approfondimenti investigativi condotti nell’ambito di un’indagine complessa del Nucleo TPC di Napoli e coordinata dalla Procura della Repubblica di Isernia che ha permesso di disarticolare, nel settembre del 2017, un’organizzazione criminale, vero e proprio crocevia di ricettazione di beni d’arte di provenienza furtiva, perché sottratti da luoghi di culto e istituti religiosi ubicati tra l’alto casertano e la provincia di Isernia. Di fondamentale importanza per l’individuazione del prezioso bene è risultata la comparazione della sua immagine, con quella contenuta nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che ne ha confermato la provenienza illecita. Grazie al prezioso lavoro di questo Reparto specializzato dell’Arma il bene è tornato nella disponibilità della collettività.