Maddaloni. In tempi record la Direzione Distrettuale Antimafia ha chiuso le indagini sull’ultima inchiesta che ha scosso il Comune di Maddaloni, quella sui presunti casi di corruzione elettorale tesi a far votare Teresa Esposito, ex consigliera e sorella del ras Antonio detto “Sapunaro”. A poco più di un mese dal blitz della squadra mobile e a due settimane dai responsi del Riesame (che ha liberato solo Giovanni Esposito), il pm Antimafia Landolfi ritiene dunque di avere nelle mani tutti gli elementi per andare a richiedere il rinvio a giudizio delle otto persone coinvolte.
Tra gli indagati ci sono 4 persone per le quali sono scattate le misure cautelari degli arresti domiciliari, cioè i fratelli Eduardo, Teresa e Giovanni Esposito e la madre Carmela Di Caprio. Sono tutti ancora ristretti al regime della detenzione casalinga, ad eccezione di Giovanni. Altri quattro sono invece indagati a piede libero: tra questi il nome più altisonante è quello del sindaco Andrea De Filippo, poi ci sono l’imprenditore Salvatore Esposito, Enrico Pisani e Nunzia Di Donato. L’inchiesta riguarda l’ipotesi di reato di corruzione elettorale con l’aggravante del metodo mafioso.
Lo scenario
La strada tracciata è quella della fissazione dell’udienza preliminare: sarà in quella occasione che si giocherà la prima battaglia importante per gli indagati. Il gup dovrà decidere se e chi mandare a processo o optare per un eventuale proscioglimento. Lo scenario è quello delle elezioni amministrative dello scorso giugno quando Teresa Esposito è stata candidata risultando seconda con una lista civica. Malgrado i 297 voti presi non venne eletta. Secondo la ricostruzione della Procura i voti per le amministrative venivano venduti a cifre tra 10 e 30 euro. Dalle indagini della Polizia di Stato, che hanno consentito di scoprire il voto inquinato dalla camorra nel comune casertano, sono emersi diversi episodi che descrivono il mercimonio delle preferenze. In una intercettazione Teresa Esposito chiede il voto anche alla famiglia di un uomo che, come lei e’ candidato, ma in un’altra lista.
I familiari accettano di votarla ma dividendo le preferenze tra il loro parente e Teresa Esposito. Teresa, pero’, a differenza dello zio, paga per ogni voto. Proprio per questo motivo tra i componenti la famigliola scoppia un litigio per accaparrarsi il voto alla sorella di Antonio Esposito, per intascare i 30 euro. Per mettere pace e non scontentare nessuno – emerge dall’intercettazione – viene proposto di suddividere il denaro del voto a Teresa, alcune decine di euro, tra chi avrebbe votato la sorella del boss e chi invece doveva concedere la preferenza allo zio, senza prendere un euro.