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Colpito alla testa con la pistola e massacrato nella roccaforte del boss: “Via dalla città o uccidiamo pure tua moglie”

Marcianise. Costò molto cara a Giuseppe Grillo la lezione data, insieme a Giovanni Pontillo, all’ex pugile Generoso De Sivo, dopo una lite sul mancato pagamento di una pochi grammi di cocaina. Il nipote dell’imprenditore Angelo Grillo venne infatti convocato al quartiere generale dei fratelli Salvatore e Primo Letizia, nella zona di via Lucania a Marcianise, e massacrato di botte.

 

Sarebbero potuti andare anche oltre i due ras del clan Piccolo-Letizia se il 36enne, ora collaboratore di giustizia non avesse avuto, l’accortezza di farsi accompagnare da un amico rimasto però in macchina durante quel pestaggio. Momenti di terrore per Grillo, destinatario di un ultimatum agghiacciante, per fortuna, rimasto solo tale: “Vattene da Marcianise o uccidiamo te e tua moglie”.

 

Il racconto di Grillo

Nell’interrogatorio reso il 19 novembre, il neopentito svela rivive, al cospetto del pm della Dda Luigi Landolfi, gli eventi della primavera 2015, momento di grandi cambiamenti per il business della droga a Marcianise. Lui e Pontillo punirono De Sivo, reo di non aver voluto pagare la droga. Dovettero, però, subire la reazione dei Letizia. (LEGGI IL PRECEDENTE: “GUERRA TRA PUSHER FINISCE A PISTOLETTATE”)

 

“Pontillo si recò a casa di Salvatore Letizia. Io rimasi al bar ad apettare il ritorno di Giovanni Pontillo per circa un’ora ma non vedendolo arrivare, preoccupato di cosa gli fosse susccesso, con la mia Fiat Uno mi recai a casa di Salvatore Letizia sita nei pressi della stazione di Marcianise.” ricorda Grillo.

 

“Una volta giunti a casa di Salvatoore Letizia vidi che erano presenti il fratello Primo, lo stesso Salvatore e Generoso De Sivo. Io andai abbastanza tranquillo a casa di Letizia in quanto ritenevo che Pontillo avesse agito con l’accordo dei fratelli Letizia nei confronti di Generoso De Sivo ed anche per quel motivo io ero intervenuto.”

 

Pistola alla testa come “benvenuto”

“Tuttavia quando arrivai a casa di Salvatore Leitzia mi resi conto che i fratelli avevano considerato l’aggressione a Generoso De Sivo, loro uomo di fiducia, come uno sgarbo nei loro confronti e quindi; appena entrato fui colpito alla testa col calcio della pistola, da Salvatore Letizia e fui condotto nello scantinato dai fratelli Letizia i quali continuarono a picchiarmi e mi minacciarono di morte.” continua Grillo

“Io mi ero fatto accompagnare a casa di Salvatore Letizia da un mio amico che rimase ad aspettarmi in macchina e fu questa, forse, la ragione per cui i fratelli Letizia non esplosero contro di me colpi di pistola per paura che il mio amico potesse denunciarli.”

 

Il terribile ultimatum

“I fratelli Letizia mentre mi piacchiavano mi dissero che da quel momento non avrei più potuto vendere nemmeno più un grammo di droga a Marcianise ed anzi sarei dovuto andarmene da Marcianise e che se mi avessero scoperto a spacciare avrebbero ucciso me e mia moglie. Io uscito di casa mi recai a casa di Giovanni Pontillo: ero sanguinante in testa e sul volto. Mi medicarono lui e mia moglie”

 

 

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