Capua. In attesa della conclusione degli interrogatori di garanzia si allarga a Nord lo scandalo del disastro ambientale del fiume Volturno. In questi giorni sulla scrivania dei magistrati della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere è giunta infatti un’altra segnalazione sullo stato del corso d’acqua, proveniente stavolta dal Molise.
Si tratta di un esposto presentato dall’associazione antimafia Antonino Caponnetto. Ecco il testo inoltrato via pec agli uffici giudiziari sammaritani: “Esposto – denunzia per ipotesi di Disastro Ambientale – inquinamento fiume Volturno, sversamento liquidi nocivi ed immissione in acque superficiali di rifiuti incontrollati – con concorso e/o incidenza sulla qualità delle acque del fiume Volturno dovuto anche ad affluenti o corpi idrici della Provincia di Isernia quali fiumi Rava e Carpino con continuo sversamento di inquinanti e reflui fognari per mancata depurazione.”
Primo filone va avanti
In attesa degli ulteriori sviluppi, prosegue il primo filone di indagine che ha portato del sequestro delle pompe di sollevamento ed all’iscrizione di 4 persone nel registro degli indagati. Dopo la deposizione di giovedì di Eduardo Centore, in queste ore saranno chiusi gli interrogatori con l’appuntamento con Carmine Antropoli. Oltre agli ultimi due primi cittadini di Capua sono la responsabile legale della ditta, Eleonora Castri e il dirigente Francesco Greco.
La misura di sequestro è scaturita a conclusione di una attività di indagine, avviata tra il mese di aprile e quello di maggio del 2018, diretta a valutare l’incidenza sulla qualità delle acque del fiume Volturno dell’immissione, nel suo letto, di diversi corpi idrici. Nell’ambito dei controlli sopra indicati, I’ARPAC – Dipartimento di Caserta, tra l’altro,
provvedeva, in data 02/05/2018, ad effettuare campionamenti delle acque del Finme Volturno in corrispondenza dello sfioratoio di piena dell’impianto di sollevamento ubicato nel borgo Santella di Capua. L’esito delle analisi evidenziava una chiara alterazione dei valori, palesemente riconducibile ad un fenomeno di inquinamento ambientale all’interno delle acque. Nel corso del sollevamento delle acque reflue provenienti dal centro della città di Capua, la cui inefficienza determinava lo sversamento dei liquidi fognari direttamente nel fiume Volturno, anziché essere avviati al depuratore consortile di Marcianise. Nel corso delle ulteriori verifiche effettuate è stato evidenziato un generale malfunzionamento delle apparecchiature, nonché il loro pessimo stato d’uso, causati dalla mancata manutenzione, nel corso del tempo.
Il 30/07/2018, per verificare se il mancato funzionamento degli impianti avesse determinato pregiudizio all’ecosistema fluviale, personale dell’ARPAC di Caserta – con l’assistenza di militari del reparto procedente – eseguiva ulteriori prelievi d’acqua in prossimità dei due maggiori impianti di sollevamento asserviti alla rete fognaria di Capua – Borgo Santella e Via Giardini – dalle cui analisi emergevano esponenziali aumenti del batterio di escherichia coli e dei tensioattivi totali di azoto ammoniacale e ossigeno (BODS – COD), chiaramente legati alla presenza, nelle acque, di sostanze organiche provenienti dalle fognature cittadine, senza alcun trattamento di depurazione. Sempre nella giornata del 22/11/2018, i militari dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Capua, in esecuzione di decreto di perquisizione locale emesso dal Pubblico Ministero, alla presenza della stessa Autorità Giudiziaria, procedevano a perquisizione presso gli uffici del Settore Lavori e Servizi Pubblici del comune di Capua, nonché presso il depuratore consortile di Marcianise sottoponendo a sequestro penale un notevole quantitativo di documenti inerenti la progettazione, la realizzazione e l’affidamento dei lavori di manutenzione degli impianti di sollevamento e di collettamento delle acque reflue al depuratore di Marcianise.