San Cipriano d’Aversa. Il terreno era di proprietà del ras degli Zagaria, ma la costruzione bloccata è di una famiglia di lavoratori di Casapesenna. Un groviglio di carte dietro una manufatto ancora grezzo e che questa mattina è venuto giù sotto i colpi delle ruspe in via Petrarca.
Sono iniziate questa mattina, infatti, le operazioni di demolizione di un immobile abusivo ubicato a San Cipriano d’Aversa, composto da tre livelli ed edificato in zona considerata a “rischio alluvioni”, nonché coperto da vincolo sismico e da vincolo di inedificabilità dal piano regolatore comunale. Il terreno su cui è stato realizzato il manufatto abusivo era stato confiscato al proprietario in seguito alla condanna ricevuta per associazione camorristica da un esponente di spiacco della fazione Zagaria (A.A.).
La posizione della Procura
L’ordine di demolizione è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito del protocollo d’Intesa tra il procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli e il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che prevede tutta una serie di attività finalizzate, spiega la Procura, “a riaffermare instancabilmente e con il massimo impegno la legalità in un territorio, quale è quello casertano, devastato dalle costruzioni realizzate in violazione di vincoli urbanistici”
La Procura ha anche spiegato di non aver affidato l’abbattimento al Genio Militare, il cui intervento avrebbe aumentato i costi; i lavori sono stati invece dati ad una ditta privata in possesso della certificazione antimafia ed inserita in un elenco della Procura. L’attività di abbattimento di manufatti abusivi è stata rafforzata dalla Procura diretta da Maria Antonietta Troncone con il potenziamento dell’Ufficio Demolizione, attraverso l’arrivo di personale di polizia giudiziaria, distintosi per capacità professionale, appartenente all’Arma dei Carabinieri Forestale.
La famiglia vive a Casapesenna
Come detto il Comune non potrà acquisire l’area dopo la demolizione perchè il terreno era confiscato e quindi qualsiasi decisione dovrà passare al vaglio dell’Agenzia per i Beni Confiscati. L’immobile era ancora allo stato grezzo e disabitato: la famiglia vive infatti nella vicina Casapesenna. Nessuno di loro si è avvicinato alla zona visto che polizia e carabinieri avevano già predisposto un cordone di sicurezza per consentire l’intervento delle ruspe.