San Tammaro. Nell’ambito della problematica della emergenza ambientale della c.d. “Terra dei Fuochi” finalizzata al contrasto del fenomeno dei “roghi tossici” – fenomeno di particolarmente interesse per la Procura della Repubblica di S. Maria C.V. – il Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale di Caserta (N.I.P.A.A.F.), unitamente ai militari della Stazione Carabinieri Forestale di Marcianise e di Calvi Risorta, ha svolto una mirata attività di controllo del territorio nel Comune di San Tammaro (CE) e precisamente nei pressi del mercato ortofrutticolo sito in località Masseria D. Melelle, avvistando – in lontananza – un fumo di colore scuro levarsi in aria.
Con le cautele del caso, i militari procedevano ad avvicinarsi scorgendo due soggetti nei pressi del sito in cui accertavano essere in corso una combustione illecita di rifiuti. Uno dei due soggetti, che indossava un cappelline di colore scuro con visiera, provvedeva ad alimentare le fiamme mediante il getto di cassette in legno (del tipo generalmente utilizzato per il commercio-trasporto dei prodotti ortofrutticoli); l’altro, che era a breve distanza, veniva sorpreso in possesso di un accendino ( debitamente posto in sequestro, unitamente al sito utilizzato per l’illecita combustione dei rifiuti) con il quale aveva proceduto ad appiccare le fiamme poco prima.
I contestuali accertamenti consentivano di appurare che i due uomini svolgevano, di fatto, un’attività abusiva di recupero e riutilizzo degli imballaggi costituiti da cassette in legno ed in plastica per i prodotti ortofrutticoli. Infatti, nelle immediate vicinanze del rogo tossico, i militari verificavano la presenza dì un manufatto, utilizzato quale deposito delle cassette ivi allocate e da destinare alla commercializzazione in favore degli agricoltori della zona, posto anch’esso in sequestro dai militari per il reato di gestione illecita di rifiuti di cui alPart. 256 D.Lgs. n. 152/2006. Invero, il predetto deposito era realizzato in muratura e dell’estensione di circa 120 mq. e risultava allocato all’interno di un’area recintata delle dimensioni di circa 1600mq.
Trovata una montagna di cassette
In detta area si verifìcava la presenza di un’ingente quantità (circa 500 m3) di cassette in plastica ed in legno, in parte poste alla rinfusa ed in parte accatastate in maniera ordinata, pronte per la vendita. Inoltre, all’interno del capannone era presente un ulteriore ingente quantitativo di cassette, prevalentemente in legno, accatastate in maniera ordinata pronte anch’esse per essere commercializzate, che occupavano la quasi totalità della struttura fino al soffitto occupando un volume di circa 250 m3. Il “rogo” in atto era, dunque, alimentato dalle cassette in legno considerate dagli indagati scarto (e, quindi, rifiuti) dell’attività (qualificabile a tutti gli effetti come esercizio abusivo dell’attività di raccolta e riciclaggio di rifiuti) di recupero e/o riutilizzo di abusivo degli imballaggi in plastica ed in legno destinati ove commerciabili alla rivendita e, nella parte non commerciabile (in quanto “rotti”). ad uno smaltimento “in nero”, poiché non regolarmente smaltitoli, in ragione del suddetto abusivo esercizio. Si sottolinea, inoltre, che il fumo di colore scuro scorto a distanza era segno evidente della circostanza che la combustione non stava interessando esclusivamente materiale ligneo – che notoriamente genera un fumo di colore biancastro – ma anche materiale di diversa natura che sprigiona, per l’appunto, un fumo di colore scuro.
I ruoli dei due piromani bloccati
Va sottolineato, infine, che la combustione dei rifiuti era di notevole estensione avendo il cumulo di ceneri occupato circa 20 mq di suolo, area – del resto – ove erano evidenti i segni di reiterati e sistematici incendi di imballaggi già avvenuti in precedenza. I due soggetti, ovvero B.G. di anni 53 e R.D. di anni 25, venivano immediatamente tratti in arresto in flagranza di reato per il delitto di combustione illecita di rifiuti aggravato dalla correlata illecita gestione degli stessi svolta nell’ambito di un’abusiva attività d’impresa ed in particolare: R.D. per aver appiccato materialmente il fuoco con un accendino nella sua disponibilità e B.G. per aver provveduto ad alimentare le fiamme mediante il conferimento di ulteriori cassette, allo scopo di trarre illecito profitto sui costi di smaltimento delle cassette non commercializzabili. L’arresto veniva convalidato dal Giudice di S. Maria C. V. nel corso del giudizio direttissimo ed i due soggetti venivano sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla P.G..