Regionale. Un’arma letale dall’Inghilterra per provare a mettere fine alla dittatura del “pezzotto”. Le pay tv affilano le unghie provando a strappare ai pirati gli utenti che negli ultimi mesi sono scappati da Sky e Mediaset Premium per finire tra le ‘comode’ grinfie dei circuiti illegali.
Dieci euro al mese, quindici al massimo per vedere tutto: Sky, Dazn, Mediaset Premium, Netflix, Infinity e qualsiasi canale presente al mondo. Una concorrenza sleale che si gioca soprattutto sulla trasmissione delle partite di calcio e per questo i due gruppi che detengono i diritti hanno deciso di reagire: in un’intervista pubblicata da “Il Mattino”, la numero uno di Dazn Italia, Veronica Diquattro ha ammesso le difficoltà che il boom del pezzotto sta portando al suo gruppo e all’interno settore.
“Difficile fermare i pirati: è importante anticiparli. Noi sappiamo che se blocchiamo un hosting in un Paese ne nasce subito uno in un altro e così via. Bisogna studiare anche strategie creative differenti perché la pirateria si prende il valore economico dell’utente ma anche gli investimenti che vengono fatti in termini di tecnologia” ha dichirato la Diquattro. Sembrerebbe una resa, ma non è così: dall’Inghilterra, l’Eldorado dei diritti tv applicati al calcio, può arrivare un’arma decisiva.
In Premier League, infatti, durante le partite vengono oscurati tutti i server sospetti che vengono messi in “shut down” fino al fischio finale. Un modo per eliminare all’origine il problema anche perchè andare a colpire ogni fruitore del pezzotto diventerebbe una corsa all’infinito: dall’inizio della serie A sono stati accertati 600 casi e bloccate 18mila connessioni. Lo scorso anno in totale ne furono oscurate 65mila e si può facilmente capire come il giro d’affari della pirateria italiana (6 miliardi di euro) non sia destinato a diminuire a breve. I rischi però sono grandi: fino a 25mila euro di multa e da 6 mesi a 3 anni di reclusione. Una mano pesante che non basta a scoraggiare chi al suo box modificato non sa proprio rinunciare.