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Muore a 31 anni, chiesti chiarimenti: “C’è già altro caso in quell’ospedale”

Di 1 Dicembre 2018Cronaca

San Tammaro. Dolore e voglia di giustizia. C’è un misto di incredulità e rabbia a poche ore dalla morte del povero Luigi Rauso, il 31enne di San Tammaro spirato al Moscati di Aversa. Una morte che addolora non solo la città dove viveva ma anche altre realtà: da Portico a Capua fino a Santa Maria Capua Vetere, dove Rauso ha lavorato per anni al distributore di benzina Q8 del rione Sant’Andrea. Una morte improvvisa che ha gettato nello sconforto tutti, dalla fidanzata Valentina fino agli amici di sempre.

 

Reparto in emergenza

Sul caso è intervenuto il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli. “Ci è arrivata purtroppo la segnalazione del decesso del giovane trentunenne L.R., nato nel 1987 in Cile e residente nel comune di San Tammaro, giunto all’ospedale di Aversa nella notte di venerdì in Emodinamica dove è stato operato d’urgenza in seguito a una diagnosi di miocardite. Il giovane è morto in reparto alle 12.00 poche ore dopo l’intervento”. Lo ha reso noto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione Sanità.

 

“Una morte che segue di pochi giorni quella di M.D.P. 74enne ricoverata lo scorso 10 novembre al Pronto soccorso dello stesso ospedale con un infarto in atto e deceduta anch’essa due ore dopo l’intervento – prosegue il consigliere dei Verdi . Già in occasione di questo secondo tragico episodio ho presentato un’interrogazione a risposta scritta per conoscere se l’ospedale Moscati di Aversa rispetti a pieno le norme previste dal protocollo operativo per la gestione della Rete IMA e per sapere se il personale medico e infermieristico previsto da protocollo fosse presente in quel momento. A maggior ragione, in seguito alla morte del giovane, ribadisco la richiesta urgente di informazioni per verificare se in quella struttura vi sia personale numericamente adeguato alle emergenze che ricordo essere di almeno due cardiologi interventisti per ciascuna sala operatoria. Non vorrei che logiche sbagliate abbiano creato problemi nella gestione di un reparto che svolge un ruolo delicatissimo in tema di emergenza e che non può essere ‘inquinato’ da vecchie logiche di gestione del potere all’interno della sanità pubblica ”.