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“Paga o ti apro la testa”: costretto a pagare mezzo milione di euro di interessi al clan

Aversa/Casal di Principe. In sei anni, tra il 2004 e il 2010, si sarebbe fatto prestare per sopperire a gravi problemi economici 1,2 milioni di euro da tre diversi usurai restituendo, tramite interessi mensili tra i l5 e il 10%, la somma di 1,7 milioni. Vittima un imprenditore di Aversa finito in un giro di strozzini e poi in ultimo al cospetto di Nicola Schiavone, figlio del capoclan dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone, che gli ha intimato di pagare.

 

“Altrimenti ti apro la testa” la minaccia. E’ quanto emerso nel processo in corso al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere in cui sono imputate sei persone, tra cui gli esponenti dei Casalesi Gabriele Brusciano, braccio destro dell’ex capo dell’ala stragista del clan Giuseppe Setola. Nicola Schiavone, da luglio collaboratore di giustizia, nel processo abbreviato in cui è stato già condannato, disse che “i Casalesi non praticano l’usura”. Non era così.

 

Lo stesso rampollo del boss, ai magistrati della Dda di Napoli che ne stanno gestendo la collaborazione, ha accusato tutti gli imputati di essere usurai del clan; tra questi compare il 58enne Ferdinando Graziano, indicato come uno dei più grossi strozzini del clan, che impegnava i soldi di Michele Zagaria. Schiavone jr dovrà confermare queste accuse nella prossima udienza del 20 dicembre. Il processo, che vede come pm la sostituta della Dda Graziella Arlomede, è nato dalle denunce dell’imprenditore, della moglie e del padre di quest’ultima (difesi dall’avvocato Gianni Zara).