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Mirko e quel punto maledetto, indagato automobilista. Il ricordo del titolare del suo bar

Maddaloni. Il dolore immenso da una parte. La volontà di indagare e fare chiarezza dall’altra. Scorrono tra lacrime, rabbia e verifiche le ore che separano il momento dell’incidente mortale dal primo test chiave: si attende infatti il via libera al perito per effettuare l’esame autoptico sulla salma di Mirko D’Antico, il 18enne di Rocchetta e Croce, morto poco dopo lo scoccare della mezzanotte di domenica sulla Strada Statale 265.

Mirko, appassionato di motori, era con un amico in sella a una Honda Hornet 600, quando si è scontrato con una Renault in procinto di svoltare verso il Bingo e guidata da Antonio R., di Somma Vesuviana: l’uomo è indagato a piede libero per omicidio colposo. E’ stato già sottoposto dai carabinieri della Compagnia di Maddaloni, agli ordini del capitano Stefano Scollato, agli esami tossicologici e alcolemici che hanno dato tutti esto negativo. La sua posizione resta al vaglio della Procura.

La strada maledetta

Sott’accusa le condizioni di una strada fatiscente da tutti i punti di vista per la mole di auto che transitano ogni giorno: si tratta di un nodo strategico per chi dalla Variante o dalla Valle di Suessola vuole raggiungereil polo commerciale di Marcianise o l’A1 da Caserta Sud. Eppure l’illuminazione è pressocchè inesistente, il manto lascia a desiderare e la visibilità in alcuni punti di sera è davvero pessima. L’incidente nel quale ha perso la vita non è purtroppo il primo che avviene in quel punto: un anno fa Antonio Carangelo fu travolto e ucciso mentre era alla guida del suo Apecar.

Il ricordo del titolare

A piangere D’Antico non c’è solo la comunità dell’agro caleno (Mirko era nativo di Capua ma la sua famiglia è di Rocchetta e Croce), ma anche il capoluogo: dall’estate si era trasferito a Caserta, città dove vive la sua fidanzata, e dove aveva trovato lavoro presso il bar Genovese. “Mi hai lasciato senza parole caro Mirko…18 anni è sei volato in cielo. Che la terra ti sia lieve” ha scritto il titolare Gianni Genovese, per ricordare quel ragazzo biondo che tutti avevano imparato ad apprezzare.