Mondragone. Si sono consegnati due dei tre ricercati nell’ambito della maxi operazione che nella giornata di martedì ha sgominato un’organizzazione dedita al contrabbando di sigarette nella zona dei Palazzi Cirio a Mondragone. Nelle ultime ore si sono, infatti, consegnati alle forze dell’ordine Gennaro Lisitano e Salvatore Contemi: i due, residenti a Castel Volturno e Giugliano, erano risultati irreperibili martedì mattina, quando la Guardia di Finanza di Mondragone fece scattare il blitz che portò all’arresto di 10 persone.
In carcere sono finiti Nicola Di Rosa, classe 1987, di Mondragone; Sebastiano Di Rosa, 1992, Mondragone; Antonio Di Rosa, 1989, Mondragone; Corrado Di Rosa, 1962, Mondragone; Faical Ghaca, 1989, Mondragone; Angelo Belardo, 1975, Casandrino; Nicola De Rosa, 1982, Arzano. Ai domiciliari Luca Caprio detto “o Barbier”, 1976, Napoli; Ciro D’Ambrosio, detto “o’ Marescià”, 1956, Napoli; Mario D’Angelo, 1983, Frattaminore.
Nei confronti di Lisitano e Contemi è scattata dunque, come disposto dall’ordinanza siglata dal gip, la restrizione degli arresti domiciliari, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. All’appello delle fiamme gialle manca ora un solo indagato.
I palazzi del contrabbando ai raggi X
L’operazione della Finanza ha permesso di sgominare un’organizzazione criminale che ha gestito per anni, almeno dal 2015 ad oggi, la piazza di vendita di sigarette di contrabbando sita in Mondragone, ed in particolare presso i Palazzi Cirio, zona socialmente degradata, seppur centrale, per la forte concentrazione di soggetti, per lo più stranieri, anche irregolari, dediti ad attività illecite.
L’indagine, iniziata a novembre 2016 e denominata “Smoke Palace II”, è stata coordinata e diretta dalla Dda ed ha permesso l’individuazione di una ramificata ed agguerrita consorteria criminale gestita da una famiglia di contrabbandieri italiani residenti in Mondragone che ha operato in situazione di sostanziale monopolio nella minuta vendita di sigarette di contrabbando in quel Comune e nelle zone limitrofe. Le attività tecniche e i numerosissimi servizi di appostamento e pedinamento hanno consentito l’effettuazione di decine di interventi repressivi e la ricostruzione analitica e puntuale delle responsabilità e dei ruoli ascrivibili ai singoli indagati.
In particolare, le indagini hanno dimostrato come nel 2015, a seguito di forti contrasti per il controllo del traffico delle sigarette di contrabbando, si è avuta una scissione nell’organizzazione all’epoca predominante sul territorio con la costituzione di un nuovo gruppo criminale composto dagli odierni indagati che hanno assunto il controllo delle locali piazze di vendita.
I ruoli degli indagati
In particolare DI ROSA Nicola, nato a Formia (LT) il 02.07.1987 e residente in Mondragone, è accusato di aver assunto da quel momento il ruolo di capo indiscusso del contrabbando locale facendosi coadiuvare nella sua attività illegale da due suoi fratelli (Sebastiano ed Antonio) e dal padre Corrado per organizzare i punti di vendita, curare il trasporto delle sigarette e sorvegliare la zona di influenza al fine di eludere eventuali controlli delle Forze di Polizia. Al loro servizio anche una rete di venditori che hanno assicurato la continuità nella cessione al dettaglio.
Dagli approfondimenti investigativi è emerso che il gruppo criminale operava con determinazione e spregiudicatezza nel rivendicare il controllo del territorio tanto da intimidire e minacciare direttamente anche un finanziere che aveva la disponibilità di un appartamento in uno dei “Palazzi Cirio”. L’organizzazione ha infatti operato prevalentemente presso quella zona che, per la sua particolare ubicazione, consente di monitorare facilmente le vie di accesso e quindi di verificare costantemente l’eventuale presenza di autovetture delle Forze di Polizia al fine di scongiurare sequestri a sorpresa della merce in vendita.
Ciò nonostante, indagine durante, su indicazione dei magistrati inquirenti, è stata operata una costante pressione repressiva che ha permesso l’effettuazione di numerosi sequestri già nei primi mesi di lavoro investigativo. Proprio per contrastare tale attività, l’organizzazione ha posto in essere una serie di cautele ed espedienti trai quali il cambio continuo dei canali e dei tragitti di rifornimento del prodotto, il frazionamento dei trasporti per rimanere al di sotto dei quantitativi che fanno scattare il sequestro penale, la frequente sostituzione delle autovetture impiegate e delle schede dei cellulari utilizzate per i contatti diretti tra di loro e con i fornitori.
Basti pensare che nel corso delle investigazioni i militari della Compagnia di Mondragone hanno operato più di 30 riscontri sul campo intercettando diverse consegne di tabacco ed intervenendo a contrasto della minuta vendita in atto, sequestrando complessivamente più di 520 kg di sigarette, un appartamento adibito a deposito temporaneo e diverse autovetture.
Identificati anche i fornitori delle sigarette di contrabbando, tutti operanti nella provincia di Napoli, che, proprio per l’importanza della piazza mondragonese, provvedevano spesso anche alle consegne dirette con corrieri di loro fiducia.