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Bruciato, fatto a pezzi e buttato in una cisterna: chiesti 44 anni per 2 boss

San Felice a Cancello. Fatto a pezzi, bruciato e messo in una cisterna. Fu un delitto terribile quello del giovane ras Antonio Ruotolo di Santa Maria a Vico, in località Fizzo Monte San Michele a San Felice a Cancello, 13 giugno 2003. Oggi al tribunale di Napoli il pm della DDA ha chiesto pene severissime per i boss del clan Massaro.
Trent’anni di carcere sono stati richiesti per il boss Antonio Carmine Massaro alias ‘ o Caliseo, 56enne di via Talanico, detenuto al carcere a vita.

MASSARO E’ LIBERO E VIVE CON LA MOGLIE

Quattordici anni di reclusione invece sono stati chiesti per il pentito Francesco Massaro ’75, libero e residente in una località protetta al Nord Italia con la moglie Filomena Massaro.
Il 5 novembre sarà completata la requisitoria per gli altri, quindi per gli altrim in particolare per i due Turnacco, Giovanni e Stefano, difeso quest’ultimo dall’avvocato Clemente Crisci.
I primi due sono considerati mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio, mentre Stefano e Giovanni Turnacco (pentito), collaborarono come specchiettisti e a bruciare e nascondere il cadavere.
Antonio Ruotolo, considerato un antagonista, fu attirato in una trappola, dopo un invito a pranzo, fu invitato a casa di un parente di uno degli imputati per visionare una documentazione. Mentre era ancora in auto fu centrato alla testa da tre colpi di pistola esplosi da Francesco Massaro 75.
Il suo cadavere fu fatto sparire e fu bruciato due volte. Per un pò di tempo ha fatto parte dell’elenco delle vittime di lupara bianca.