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TUTTI I NOMI. Nuove leve dello spaccio tra stese e pestaggi, 12 indagati

L’aggiornamento

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Ci sono nuove leve dello spaccio, con legami però solidi nel business dei narcotici della città del Foro, tra i quindici indagati nel blitz di stanotte. Il gip Stadio ha optato per misure diverse rispetto alla richiesta dei pm Zona e Ricciardiello di arresto per tutti.

Gli indagati sono soprattutto di Santa Maria Capua Vetere, con qualcuno residente tra Capua e Succivo. In carcere sono finiti Cristian D’Ambrosio; Elsamahy Gossam Eldsouky Mohamed; Luigi Martucci. Arresti domiciliari, per Alessandro Viviani; Antonio Pio Salemme; Vittorio Merola; Antonio Merola. Divieto di dimora fuori dalla regione per Salvatore Merola. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Gennaro Barbato; Antonio Roberto Belloni; Riccardo Di Mauro e Alessandro Pellegrino.

Come detto solo per 7 di loro sono scattati gli arresti tra carcere e domiciliari, altri 5 hanno avuto misure blande come gli obblighi e 3 sono completamente liberi.

C’è un componente della famiglia Cipullo, storicamente legata ai Del Gaudio, ma si tratta per lo più di “cani sciolti”. Un gruppo che comunque ha messo in atto episodi di violenza secondo le carte della Procura notificate in queste ore a 12 indagati.

Il primo lancio

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Nella mattinata odierna i Carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura coercitiva, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di 12 persone, rispettivamente 3 in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 1 divieto di dimora e 4 obblighi di presentazione alla P.G., tutte ritenute responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine

Il provvedimento cautelare costituisce l’esito di un’articolata attività investigativa coordinata da questa Procura della Repubblica e condotta dai militari della Sezione Operativa della citata Compagnia, tra i mesi di dicembre 2022 e maggio 2023, che, attraverso attività tecniche e servizi di osservazione, controllo e pedinamento ha consentito di accertare numerosi episodi di cessioni di sostanza stupefacente prevalentemente del tipo cocaina e hashish.

Risse e spari tra bar e pub

Si evidenzia che le indagini sono state sviluppate a seguito di eventi violenti, contraddistinti da una serie di episodi che hanno avuto quali protagonisti gli odierni indagati, in parte appena maggiorenni, ma ben inseriti nel mondo dello spaccio degli stupefacenti, in ambito locale, e in grado di supportarsi nei momenti di difficoltà, anche ricorrendo a soggetti in grado di sostenere le spese legali a loro necessarie.

Il primo avvenimento d’interesse risale al marzo 2022, quando nei pressi di un noto fast food di San Prisco scoppiò una violenta rissa, a cui seguì, nell’ottobre successivo, nella zona anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, un secondo scontro nel corso della quale furono anche esplosi alcuni colpi d’arma da fuoco che ferirono uno dei destinatari dell’odierna misura.

Un terzo episodio significativo avvenne pochi giorni dopo, quando un bar sammaritano venne dato alle fiamme, molto probabilmente a scopo ritorsivo.

Stesa e pestaggio

L’escalation di violenza portò ad ulteriori manifestazioni dei fenomeni criminali nei mesi di febbraio e a marzo 2023, con il pestaggio di un pusher e una “stesa”, a cui seguì l’arresto di un soggetto ritenuto responsabile dell’esplosione dei colpi d’arma.

Gli inquirenti, partendo da queste vicende, tutte unite dalla matrice comune del controllo della locale piazza di spaccio, hanno avviato l’attività investigativa che ben presto si è orientata verso l’identificazione degli spacciatori tutti collegati all’attività illecita e alle spedizioni punitive armate.

È stato infine ricostruito il modus operandi di questi ultimi, i quali, dopo aver approvvigionato lo stupefacente nei territori di Caivano, Melito e Casal di Principe, lo trasportavano presso il Palazzo Noviello del Comune di Santa Maria Capua Vetere, dove provvedevano a confezionare e smistare le dosi da vendere ai consumatori, e dove si sarebbero avvalsi, in talune circostanze anche di minorenni addetti alla consegna.

Tali cessioni avvenivano, previ contatti telefonici tra pusher ed acquirenti (anche mediante c.d. applicazioni social), in strada, presso le abitazioni dei consumatori o presso il domicilio di uno degli indagati.

Si precisa che gli odierni indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva e che le misure cautelari sono state adottate senza il contraddittorio che avverrà innanzi al Giudice che potrà anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità.